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Scarsa affluenza alle ultime elezioni presidenziali egiziane: la fatica del regime a convincere i cittadini a partecipare

egitto bandiera egiziana

Al-Quds (28/03/2018). Traduzione e sintesi di Cristina Tardolini.

I tre giorni dedicati al voto delle elezioni presidenziali egiziane, non sono stati dei migliori in termini di scarsa partecipazione dei cittadini, nonostante gli sforzi da parte del regime per incentivare l’affluenza (l’apertura dei seggi è stata prolungata fino alle 21 di mercoledì).

La competizione tra candidati si è limitata al presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi e al capo del partito liberale Al-Ghad Mustafa Mousa, accusato dall’opposizione di essere una mera comparsa in queste a dir poco comiche elezioni. Secondo i risultati provvisori, al-Sisi si sarebbe aggiudicato la vittoria, ma si aspettano i risultati ufficiali del 2 aprile.

Per incoraggiare i cittadini a votare, sono stati utilizzati i mezzi più disparati, che hanno sollevato dubbi circa la regolarità del voto. Nel distretto di Qalyoub è stata segnalata la presenza di altoparlanti di fronte ai seggi elettorali di al-Madares Street per invitare i cittadini a partecipare. Un video pubblicato sui social ritrae un funzionario di una scuola nel distretto di al-Gharbia, nel Delta dell’Egitto, accompagnato da un rappresentante dell’amministrazione governativa mentre incontrava gli insegnanti per costringerli a votare, con la promessa, a coloro che lo avrebbero fatto, di un beneficio governativo di due giorni di congedo. Il video mostra i funzionari della scuola che mettono in guardia da possibili punizioni gli insegnanti che non avrebbero votato.

Gli attivisti hanno anche rivelato che l’Amministrazione Educativa di Al-Azhar ha emanato un ordine nel Governatorato di Qalyoubiyya per obbligare ogni dipendente e insegnante a costituire piccoli gruppi per recarsi a votare. I residenti dei governatorati dell’Alto Egitto hanno riportato di varie minacce, tra cui l’abolizione di aiuti per i poveri e persone con bisogni speciali, in caso di assenza di voti per al-Sisi. Un attivista ha pubblicato su Twitter un video in cui si distribuivano razioni di cibo di fronte ai seggi elettorali in al-Madares Street, per invogliare i cittadini e gli elettori a votare. Anche i giornali egiziani a sostegno del regime hanno iniziato a parlare di multe pari a 500 sterline per chiunque non avesse votato. Durante un giro di ispezione di una delegazione del Congresso americano e un gruppo di osservatori stranieri, la deputata Dalia Yousef, li avrebbe iniviati a mangiare puré di patate, formaggio locale e a fumare shisha. Alla stampa avrebbe in seguito dichiarato di come la delegazione straniera avesse elogiato il cibo.

I leader dei social network hanno ridicolizzato e puntato il dito contro la delegazione, dicendo che quest’ultima avrebbe confermato nel suo rapporto che le elezioni si stavano svolgendo in un’atmosfera di integrità e trasparenza solo perchè avevano mangiato pane, miele e formaggio. Critiche molto forti sono state sollevate anche dal movimento giovanile della Fratellanza Musulmana, che ha denunciato le false apparenze di queste elezioni.

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