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Scandalo nella famiglia Erdogan

Zoom 4 gen ErdoganDi Abdellah Majid. Elaph (31/12/13). Traduzione e sintesi di Maryem Zayr.

Un’ondata di accuse di riciclaggio di denaro e corruzione ha scosso il governo turco, in particolar modo il primo ministro Recep Tayyip Erdogan e la sua famiglia, in seguito all’arresto di suo figlio Bilal.

In concomitanza con l’inchiesta sullo scandalo di corruzione che ha costretto quattro ministri turchi a dimettersi, tra cui il ministro degli Interni e quello della Cultura, è stato inoltre deciso di condurre una indagine separata nei casi di corruzione e di frode nel settore edile. 

La polizia turca ha emanato un mandato di cattura per 41 persone sospette, tra cui alti funzionari, politici e noti uomini d’affari. Gli investigatori hanno scoperto che tra i nomi più importanti nella lista dei sospetti figura quello di Bilal Erdogan, il figlio più giovane del premier turco.

Tra le aziende e le organizzazioni che sono state poste sotto indagine vi è la Fondazione turca per l’educazione Torgev, un’organizzazione caritatevole amministrata da alcuni familiari di Erdogan, tra cui il figlio Bilal. Tra i membri del consiglio di amministrazione di questa organizzazione figura inoltre Mustafa Demir, sindaco di uno tra i comuni più grandi di Istanbul, arrestato il 17 dicembre con l’accusa di corruzione.

Si sospetta che la Fondazione Torgev abbia costruito delle sezioni destinate ad attività per gli studenti, ricavando profitti illeciti tramite accordi immobiliari conclusi illegalmente con la complicità delle autorità locali. Bilal sarebbe entrato in società con un’azienda accusata di possedere terreni appartenenti allo Stato turco del un valore di oltre un miliardo di dollari, il cui acquisto sarebbe avvenuto in modo unilaterale senza partecipazione di terzi.

Il difensore di Erdogan e della sua famiglia accusa gli investigatori di fabbricare accuse false, ma questo non ha frenato lo svolgersi di manifestazioni nelle strade della capitale con scontri tra polizia e manifestanti. Intanto, aumentano le pressioni su Erdogan anche all’interno del suo partito.

Gli analisti affermano che l’economia rimane un fattore critico nel determinare il futuro della politica di Erdogan, il cui governo ha risposto alle nuove accuse con la repressione, quando la scorsa settimana la lira turca ha toccato il valore minimo contro il dollaro e il mercato azionario è sceso al livello più basso in 17 mesi.

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