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Saranno i siriani a decidere il futuro del presidente Assad?

Siria Assad
Dalle recenti dichiarazioni americane, il presidente siriano riesce a mantenere il potere nel suo Paese

Di Ilias Harfoush. Al-Hayat (02/04/2017). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio.

Possiamo immaginare un Bashar al-Assad felice dopo le dichiarazioni della rappresentante americana alle Nazioni Unite, Nikki Haley, e quelle del ministro degli Esteri, Rex Tillerson. Se quest’ultimo vuole che sia il popolo siriano a decidere del futuro del suo presidente, l’ambasciatrice americana non crede che la rimozione di Assad sia tra le priorità, al contrario della “lotta al terrorismo”.

In entrambi i casi, il presidente siriano ne esce vittorioso. Infatti, Assad sa che quel popolo di cui parla il segretario di Stato americano non esiste più. Una metà del popolo siriano è nelle tombe o in esilio, oppure ai confini internazionali ad elemosinare un bicchier d’acqua o un pezzo di pane. L’altra metà, invece, combatte all’interno del Paese, divisa tra le file settarie e confessionali dopo che il presidente è riuscito a trasformare un’insurrezione pacifica contro il suo governo in guerra civile.

Le dichiarazioni di Haley sulla lotta al terrorismo ritenuta tra le priorità americane, tralascia due importanti verità. La prima è che il terrorismo in Siria è stato creato dallo stesso regime, con l’importazione di terroristi dall’Iraq o il rilascio di prigionieri sfruttati per combattere contro i siriani sotto lo slogan della “lotta al terrorismo”. La seconda verità è che la stessa lotta al terrorismo non può riuscire senza la caduta di Assad. Le azioni criminali perpetrate dal suo governo hanno i medesimi caratteri di quelle commesse dalle forze Daesh (ISIS), dell’ex Fronte al-Nusra o altre organizzazioni simili, nonostante assumano una denominazione differente e abbiano aperto le porte a ogni tipo di legittimità nella guerra in Siria.

Oltre all’ignoranza che emerge dalle dichiarazioni dei responsabili americani, vi è soprattutto la contraddizione tra queste dichiarazioni e il fine ultimo dell’amministrazione Trump che si sofferma sulla lotta contro l’influenza iraniana in Siria e nella regione. Nikki Haley sostiene che “è necessario procedere verso l’allontanamento dell’Iran o di chi combatte contro di essa in Siria”, dimenticando che questi ultimi combattono in Siria per assicurare la sopravvivenza del regime.

Dunque, quale posizione occupa il popolo siriano che dovrebbe decidere del futuro del suo presidente alla luce di penetrazioni estere che gli impediscono di agire al tal fine? Barack Obama aveva definito gli avversari siriani come un gruppo di ingegneri, accademici e professori privi di capacità o di forze tali a destituire il presidente. Ed ecco ora Trump annunciare che l’intento di tali avversari non merita alcun sostegno, perché la lotta al terrorismo è la priorità dell’amministrazione americana. In entrambi i casi, gli spiriti dei siriani e i loro sacrifici vengono disprezzati, mentre dovrebbero essere il motore principale che salvi il popolo e la regione da un regime che si è macchiato di crimini quale quello di Bashar al-Assad.

Ilias Harfoush è un giornalista e scrittore libanese.

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