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Roberta Bongini e Gaia Scuderi ci svelano il mondo meraviglioso della Danza Espressiva Araba®- Prima parte.

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Anni fa lessi un bellissimo libro di Kassim Bayatly, e approfitto di questo articolo per mandargli un caro saluto e tutta la mia stima. Il libro era  “La memoria del corpo Sotto i cieli dell’Islam – Tradizione, riti, feste e spettacoli”, Ubulibri, 2001. All’interno del libro le foto di una danzatrice, Roberta Bongini. Il mondo è piccolo o forse la vita è una ruota continua, in cui i punti di interesse di ciascuno diventano punti di incontro, quando i tempi diventano maturi perchè ciò avvenga.

Ho trovato e contattato  Roberta Bongini e sua figlia, Gaia Scuderi. La bravura e la completezza artistica di queste due danzatrici è troppo vasta e profonda per ridurla in poche parole. E’ per questo che ho chiesto loro di concedermi un’intervista, per ripercorrere insieme la strada che ha portato alla Danza Espressiva Araba® e allo spessore artistico e culturale del loro lavoro.

Insieme a Roberta e Gaia, quindi, ripercorreremo insieme le origini e il percorso artistico della Danza Espressiva Araba® e rimarremo meravigliati scoprendo come e quanto le varie arti e le varie competenze riescano a fondersi in una danza che, in realtà, va ben oltre la danza comunemente intesa. Come scopriremo leggendo le varie puntate di questa lunghissima e ricchissima intervista, un corpo che si muove comunica ed esprime intenzioni, pensieri, storie, sensazioni, volontà, interazioni con il tempo e con lo spazio, con oggetti e/o con partner, con se stesso…e la danza diventa teatro, rappresentazione e contenuto profondo.

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Con Roberta e con Gaia stiamo lavorando a questa lunga intervista che, ripeto, sarà pubblicata a puntate, da diverso tempo, data la complessità dell’argomento e la mole enorme di impegni artistici che Roberta e Gaia stanno portando avanti in questo periodo. A maggior ragione, quindi, le ringrazio di cuore entrambe e, con grandissimo piacere, approfitto della loro disponibilità per divulgare il senso profondo dell’Arte, intesa a 360°, mostrando come la Danza Araba possa divenire parte di un mondo così vasto e, se vogliamo, senza più confini né limiti.

Stiamo presentando un mondo ideale, credo, quello in cui ogni identità arricchisce le altre offrendo il proprio contributo: un mondo in cui il valore delle parti non è la loro somma ma il loro prodotto, sviluppato all’ennesima potenza.

 

PRIMA PARTE: LE ORIGINI E L’INCONTRO CON KASSIM BAYATLY

-C.: Roberta, so che tu danzi da una vita e, inizialmente, ti sei formata alla danza classica e non solo. Ci vuoi raccontare, brevemente, questa tua prima fase e, soprattutto, quanto è stata importante questa base tecnico-stilistico-espressiva, per gli eventi successivi?

R.: Ciao Cinzia, il mio inizio non proviene dalla danza classica ma da 10 anni di pianoforte. La mia mamma non voleva che io facessi danza, non lo riteneva adatto, quindi pianoforte: mi è piaciuto e mi è stato utilissimo dopo. Quando ho iniziato a studiare la danza c’era in atto una corrente contraria allo studio della danza classica, ritenuta troppo stilizzata, il corpo di una ballerina troppo etereo i gesti formali: nessun contatto con la terra, poi le punte e l’en dehor…quindi danza moderna  con una insegnante tedesca di oltre 70 anni, alla quale devo molto, mi ha sempre sollecitata allo studio e in un suo risvolto professionale. Sono approdata al classico dopo altre due esperienze con la danza moderna. Nel frattempo ho iniziato a partecipare a spettacoli che si possono definire di rottura per l’epoca, performace, molta improvvisazione, rapporto con pittori e scultori, un periodo vivo in cui tutto iniziava di nuovo. Solo dopo ho iniziato a pensare di raffinare la mia tecnica con il classico, mi sono innamorata di quella tecnica e l’ho studiata con passione estrema ma ringrazio mia mamma per non avermelo fatto studiare da piccola, perchè senz’altro avrei fatto la ballerina classica ma mi sarei privata della parte teatrale, che è quella in cui mi sento viva e vera.

 C.: Cara Roberta, hai ragione e questo conferma che niente succede per caso. Ad un certo punto hai conosciuto Kassim Bayatly, regista e attore iracheno, ormai in Italia da molto tempo. Cosa è scaturito da questo incontro e cosa è diventata la danza, anche la cosiddetta Danza del Ventre, nel nuovo contesto?

R.: L’incontro con Kassim è stato fondamentale per la mia vita artistica, sono stati 12 anni vissuti nello studio e nella pratica teatrale, teatro danza parola canto prosa poesia… ci siamo presi il tempo necessario per crescere. Con lui ho conosciuto la danza del ventre ma l’ho danzata solo nei suoi spettacoli, contestualizzata e privata della stilistica da cabaret e di abiti luccicanti; pensa che con la danza del ventre ho danzato una danza tribale di Medea nel vello d’oro, ma è da sottolineare che ero già una danzatrice. Sono esperienze che ti cambiano e ti maturano. Dopo sono partita per Piacenza e vi ho abitato per 10 anni, lavorando anche a Milano e Cremona, e là ho potuto rielaborare tutto il materiale accumulato nella mia vita: danza contemporanea classica danza del ventre teatro, e da questo è nato il mio primo spettacolo teatrale di cui ho firmato la regia e la drammaturgia e ho partecipato in veste di attrice: ” Vento che ha fame”, presentato a Piacenza nel 2004. 

Tornando a Firenze, nel 2009, con mia figlia Gaia abbiamo deciso di cambiare il nome alla nostra danza: l’ambiente della danza del ventre era molto cambiato e sinceramente anche a livello di insegnamento era riduttivo, così è nata la “danza espressiva araba.

C.: Grazie, Roberta, per oggi ci fermiamo qui. Prossimamente conosceremo tua figlia, Gaia Scuderi, grazie al suo racconto riguardo la sua formazione ed il suo approccio con le Arti e con la Danza araba, per poi proseguire nel cammino che ha portato alla Danza Espressiva Araba®. Grazie anche per le foto che mi hai concesso di inserire qui e nel corso delle prossime puntate, oltre ai link con video bellissimi che testimoniamo, danzando, quello di cui stiamo parlando.

Dream in a suitcase

http://www.youtube.com/embed/X1PNVGqSJqo?list=FLrMpY_Q-EsXrSKrny5uD0PA

http://www.youtube.com/embed/LDCN-OMwClU

http://www.youtube.com/embed/yu77G6o1eVY

A presto, quindi, con la seconda parte dell’intervista!

Cinzia Merletti

 

About the author

Cinzia Merletti

Cinzia Merletti è musicista, didatta, saggista. Diplomata in pianoforte, laureata in DAMS, specializzata in Didattica e con un Master in Formazione musicale e dimensioni del contemporaneo. Ha scritto e pubblicato saggi sulla musica nella cultura arabo-islamica e mediterranea, anche con CD allegato, e sulla modalità. Saggi e articoli sono presenti anche su Musicheria.net. Ha all'attivo importanti collaborazioni con musicisti prestigiosi, Associazioni culturali e ONG, enti nazionali e comunali, Conservatorio di Santa Cecilia, per la realizzazione di eventi artistici, progetti formativi ed interculturali tuttora in corso.

2 Comments

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  • Penso che la” Danza espressiva araba” ha preso luogo e si è sviluppata partendo da due punti fondamentale:dalla profonda conscenza della tecnica primaria della danza araba nelle sue diverse forma: – artistica e rituale,di festa e dabka popolare.
    E dalla duplice conscenza del linguggio del corpo ed il linguggio del movimento.
    Inseguito, è stata la capcita e sensibelita di Roberta e Gaia di aprirsi verso un altro mondo e accgliere la sue sfumatore cultrale:siluppando cosi un loro modo effecace di praticare e pensare la danza creativa in genrale, e la danza espressiva araba in parteculare.
    Tutto cio è visibile nella loro pedagogia di danza – teatro e nelle coreografie degli spettacoli da loro creati.
    Kassim Bayatly