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“Riposa all’inferno”: la risposta mediatica araba alla morte di Sharon

zoom sharon social media inDi Paul Crompton e Rajia Aboulkheir. Al-Arabiya (11/01/2014). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo.

La notizia della morte dell’ex premier israeliano Ariel Sharon ha causato una valanga di reazioni sui social network, specialmente da parte di arabi irritati dal fallimento dell’ex leader nel porre fine al lungo conflitto israelo-palestinese.

Noto agli israeliani come “il re d’Israele” o “il leone di Dio”, molti utenti arabi di Twitter hanno fatto commenti negativi sul politico defunto servendosi del hashtag “RIH Sharon”, abbreviazione di rest in hell: “Riposa all’inferno, Sharon”.

Tra i tweet pubblicati da diversi utenti arabi, si legge:

“Ora si incontrerà con Adolf, sono sicuro che è ciò che voleva. Era uno psicopatico sadico che amava il sangue, la morte, la tortura e lo stupro”

“Non è una buona notizia solo per i palestinesi, ma per tutti i Paesi arabi… Grazie a Dio”

Anche su Facebook sono stati pubblicati diversi commenti:

“Addio Sharon: alcune morti vanno festeggiate”

“Satana ha finalmente deciso di andare in pensione, ora che un diavolo più grande è disponibile per gestire l’inferno”.

Ma perché Sharon è così malvisto nel mondo arabo?

“Credo che molti arabi, e palestinesi, lo vedano come uno dei più cattivi premier israeliani”, ha dichiarato Khlaed Fahmy, professore e capo del dipartimento di storia dell’Università Americana del Cairo. Secondo il professore, la lunga e movimentata carriera militare di Sharon indica che aveva “le mani macchiate di sangue”.

Fahmy ha commentato: “Non si può essere sottili o gentili su Sharon. Non si tratta solo di un generale militare o di un semplice primo ministro che è caduto in coma: si tratta di qualcuno con una storia davvero sanguinosa. Non mi sorprende affatto che la gente lo consideri come il diavolo”.

Nel 1983, un commissione creata dal governo israeliano aveva scoperto che Sharon era “personalmente responsabile” del massacro perpetuato dalle milizie libanesi sui civili palestinesi dei campi profughi di Sabra e Shatila del 1982, avvenuto durante il mandato di Sharon come ministro della Difesa.

Tuttavia, questa responsabilità non ha impedito ad Ariel Sharon di essere proposto con successo come primo ministro vent’anni dopo.

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