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Radwa Ashour muore lasciando il segno nel mondo della letteratura

Di Heba Helmy. Egypt Independent (01/12/2014). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi.

Radwa Ashour, illustre scrittrice ed accademica egiziana, si è spenta dopo una lunga lotta contro la malattia. Ritenuta una delle autrici più influenti del mondo arabo, lascia un patrimonio letterario ampio e diversificato, che continuerà a toccare le vite di milioni di persone.

Radwa Ashour è nata al Cairo nel 1946. Ha studiato letteratura inglese all’Università della sua città e nel 1972 ha conseguito la laurea in letteratura comparata. Tre anni dopo ha ottenuto il dottorato di ricerca presso l’Università del Massachusetts, negli Stati Uniti.

La sua “Trilogia di Granada” è stata inserita tra le 100 migliori opere letterarie dall’Unione degli Scrittori Arabi e nel 1995 ha ricevuto il primo premio alla Arab Women’s Book Fair. È stata anche tradotta in diverse lingue, tra cui inglese e spagnolo.

La strada verso il successo non è stata semplice, ma costellata di una lotta continua contro se stessa. La sua carriera ha avuto inizio nel 1969, a 23 anni, con un racconto breve molto ben fatto, eppure Radwa continuava a mettere in discussione il suo talento.

Negli anni ’80 è tornata alla ricerca letteraria animata da un grande slancio, che emerge dal saggio “La mia esperienza con la scrittura”. I problemi di salute, che già allora la tormentavano, hanno rallentato più volte il suo percorso, senza però abbattere la voglia instancabile di ritagliarsi un futuro scintillante.

“Hagar Dafaa” (Pietra Calda) è stato il suo primo romanzo, seguito la una lunga serie di creazioni artistiche approfondite, tra cui “Khadeeja e Sausan”, la già citata “Trilogia”, “Qitaa Men Orouba” (Un Pezzo di Europa) e “Ashbah” (Spettri).

A parte i lavori di letteratura, teoria e critica, la scrittrice è stata profondamente influenzata dalla sua vita. Per questo, nel 2013, ha realizzato un’autobiografia dal titolo “Athqal Min Radwa” (Più pesante di Radwa), nella quale descrive gli ostacoli dovuti alla malattia e l’indimenticabile esperienza di piazza Tahrir nel 2011.

La Palestina è uno dei temi principali delle opere politiche di Radwa Ashour, membro del Comitato contro il Trattato di Pace con Israele del 1977 e le continue violazioni dei diritti umani da parte dello Stato israeliano. Essere moglie e madre di due poeti palestinesi, Mourid e Tamin El-Barghouti, ha sicuramente contribuito al profondo coinvolgimento nella questione.

Lo dimostra “Al-Tantoureya”, racconto del 2010 sull’espulsione dei palestinesi dalla loro terra e sulle sofferenze causate dalla violenza di Israele. “Erano anni che volevo scrivere della catastrofe del 1984 e, visto che ho più di 60 anni, voglio farlo prima di lasciare questa vita”, sono le sue parole.

L’Unione degli Scrittori Egiziani ha espresso profondo dolore per la scomparsa della scrittrice, definita “una delle figure più illustri del nostro Paese, che ha affrontato numerose battaglie e preso parte a molti comitati nazionali in favore della libertà della ricerca scientifica”. Radwa Ashour apparteneva infatti al Movimento 9 Marzo, volto all’indipendenza delle università egiziane.

L’ultima sua testimonianza risale al maggio scorso, in un videomessaggio inviato in carcere all’attivista Mahinour al-Masry, definita un grande esempio di umanità e di ispirazione per gli altri a lottare senza timore per i propri ideali. Lì Radwa Ashour esprimeva la sua fiducia che la giovane continuerà per la sua strada, nonostante gli ostacoli, seguendo le orme di tante donne di spicco nella società egiziana.

Heba Helmy è laureata in inglese ed ha studiato letteratura all’Università Americana del Cairo. 

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