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Questioni in sospeso sul progetto del Canale di Suez

Di Ayah Aman. Al-Monitor (26/08/2014). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo.

Il presidente egiziano Abdel Fattah El Sisi ha annunciato un ambizioso progetto di scavo di un nuovo canale, parallelo a quello già esistente di Suez, per stimolare il traffico marittimo internazionale nella regione. Tuttavia, sono emerse diverse questioni sulla capacità del governo egiziano di completare il lavoro in un solo anno, così come sulla fattibilità economica del progetto, dal momento che negli ultimi tre anni lo Stato ha sofferto una crisi economica e finanziaria che ne intacca tutte le istituzioni e i settori.

Il progetto, denominato Progetto per lo Sviluppo del Corridoio del Canale di Suez, mira alla realizzazione di un nuovo canale lungo 72 km. Il costo previsto è di 4 miliardi di dollari ed il governo conta fortemente sul progetto per rilanciare l’economia del Paese.

La prime sfide di quest’enorme impegno sono già emerse, soprattutto durante la trivellazione. In particolare, è stata trovata dell’acqua nei punti di scavo, il che potrebbe richiedere costi ulteriori per essere drenata. Questo problema si unisce alla dichiarazione presidenziale per cui i lavori saranno conclusi entro un anno.

Haitham Awad, ingegnere presso l’Università di Alessandria, ha dichiarato che i costi arriveranno alle stelle: “La trivellazione subacquea costerà 10 volte tanto quella in terreni asciutti. I siti scelti per lo scavo sono a 400 metri dal Canale di Suez: sarebbe stato meglio scegliere un terreno tra gli 8 e i 10 km di distanza dal vecchio canale”.

Le forze armate stanno eseguendo la trivellazione a ritmi serrati: “Sono stati già scavati dodici milioni di metri cubi a 14 giorni dall’inizio dei lavori”, ha riportato in una dichiarazione Kamel al-Waziri, capo dell’Ente Ingegneristico delle Forze Armate. Sono stati conclusi accordi con 50 imprese egiziane per iniziare immediatamente i lavori di scavo. L’esercito egiziano ha espresso il suo impegno nel finire il progetto entro un anno, sotto le direttive di El Sisi. L’obiettivo generale è quello di scavare 1 milione di metri al giorno nell’area del nuovo canale. A questo ritmo, le forze armate si aspettano di finire i lavori entro 11 mesi. Il dodicesimo sarebbe dedicato a una prova di navigazione di un’imbarcazione nel nuovo canale.

Il governo insiste sui benefici economici del progetto, ma le alte aspettative di ricavi veloci potrebbero non essere soddisfatte nell’immediato futuro, suscitando diverse domande su quanto l’economia egiziana possa davvero assumersi tale rischio.

Una massiccia campagna mediatica promette agli egiziani che la sola esecuzione del progetto porterà al boom economico, ma gli esperti dubitano sul suo ritorno economico. “Non posso confermare che scavare il nuvolo canale […] provocherà una spinta significativa nei profitti del canale stesso”, ha dichiarato Omar al-Shenety, un economista. “L’obiettivo di addoppiare il numero di imbarcazioni che transitano lungo il canale di Suez è prima di tutto legato ai movimenti del commercio internazionale, il quale vede momenti di leggero incremento quanto momenti di recessione”, ha spiegato Shenety.

Il progetto del canale, con le sue sfide tecniche e la mancanza di studi di fattibilità, rimane un’avventura economica con la quale El Sisi intende affrontare la recessione economica approfittando di tutte le opzioni possibili per lanciare un nuovo progetto nazionale approvato dal popolo egiziano. Il pubblico spera solo che il progetto non finisca nel dimenticatoio insieme agli altri progetti nazionali, come i canali di Toshka e Al-Salam.

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