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Quale Iraq e quale Siria dopo le guerre di Mosul e Aleppo?

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Il Medio Oriente, in seguito agli ultimi avvenimenti, potrebbe diventare il palcoscenico di una nuova Guerra Fredda

Di Muhammad Mashmushi. Al-Hayat (22/10/2016). Traduzione e sintesi di Laura Cassata.

Da Mosul, dove gli Stati Uniti combattono contro Daesh (ISIS), ad Aleppo, dove la Russia conduce un’operazione militare che sta portando all’annientamento dei suoi abitanti, possiamo riassumere il panorama politico di questa regione in una sola frase: non vi è alcuno Stato in Iraq e in Siria.

Seppur temporaneamente, proseguono i sistemi di governo del partito Da’wa in Iraq e Baath in Siria, ma alla fine i due “leader vittoriosi” si troveranno di fronte a due paesi completamente diversi. Non solo Mosul e Aleppo non saranno più le stesse, ma l’intera regione cambierà: quale Siria e quale Iraq conoscerà il mondo dopo una guerra che sta distruggendo le seconde più grandi città dei rispettivi paesi?

Dopo l’incontro di Vienna sulla guerra ad Aleppo (a cui Assad non è stato invitato), John Kerry ha dichiarato che la completa distruzione della città, secondo il modello Grozny, non metterà fine alla guerra. Di contro, il ministero degli Esteri russo ha sostenuto che, dopo l’inizio delle operazioni militari, la città di Mosul sia gravemente minacciata da un disastro umanitario. Possiamo considerare queste affermazioni come l’atto di accusa tra due paesi che combattono guerre di qua e di là, oppure allusioni a qualcosa che emergerà in un futuro prossimo?

Non è certo un segreto che gli Stati Uniti e la Russia non vogliano essere coinvolti in una guerra tra loro, ma nonostante il massiccio spostamento di missili e flotte, non hanno ancora accettato il cambiamento negli equilibri delle forze internazionali e regionali.

Ci troviamo forse di fronte a una nuova Guerra Fredda combattuta in Medio Oriente, tanto più che la regione si presta bene a diversi tipi di guerra per procura? Oppure è solo una fase di ricerca per la divisione del potere?

Ciò che è sicuro è che, dopo la guerra, Daesh non cesserà di esistere in Iraq, così come non cesserà di esistere Jabhat Fatah al-Sham (ex fronte al-Nusra) in Siria. I loro combattenti, infatti, si dispiegheranno nelle città, nei paesi e nei villaggi, formando un “esercito dormiente” pronto a combattere due regimi che non usano i loro poteri per sconfiggere la fame e l’emigrazione.

Non è esagerato dire che la Siria e l’Iraq si stanno preparando a diventare il teatro di nuove guerre future.  Come se tutto ciò non bastasse, le forze di mobilizzazione popolare in Iraq e le milizie iraniane, libanesi e irachene in Siria saranno pronte a gettare ancora più benzina sul fuoco.

Muhammad Mashmushi è uno scrittore e giornalista libanese.

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