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Qatar-Fratellanza: un’alleanza controversa?

Qatar e fratelli musulmaniDi Andrew Hammond. The Daily Star (29/04/2013). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello.

Di tutte le innovazioni politiche del Qatar, da quando un colpo di stato ha portato l’emiro, lo sceicco Hamad Bin Khalifa al-Thani, al potere nel 1995, la palese alleanza con i movimenti islamisti legati alla Fratellanza Musulmana in Egitto è stata forse la più controversa. C’è profondo disagio nei paesi del Golfo, come l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti, circa la supremazia della Confraternita, alla ricerca del potere attraverso la democrazia dopo la rivolta che ha abbattuto Hosni Mubarak due anni fa.

Dallo scorso novembre, quando il presidente Mohammad Morsi ha adottato ampi poteri e si è affrettato a completare una Costituzione fedele ai principi della Fratellanza, in Egitto si assiste a una guerra civile tra fazioni islamiste e non che sta danneggiando l’economia del Paese. Così è diventato piuttosto comune in alcuni circoli, disseminati dal Cairo a Dubai, prevedere la fine imminente dell’alleanza del Qatar con la Fratellanza.

Sebbene non ci sia nessun ramo ufficiale della Fratellanza in Qatar, Yousef al-Qaradawi, predicatore legato ai Fratelli Musulmani, è stato a Doha per decenni ed è un punto di riferimento fondamentale per molti qatarioti. Nondimeno, Jassim Sultan, che gestisce il sito 4nahda.com pro-Fratellanza, ritiene che la stretta cerchia che ruota intorno all’emiro sia guidata da una visione strategica volta a garantire l’indipendenza dall’Arabia Saudita piuttosto che a sottolineare un’affinità ideologica con gli islamisti. Salah Elzein, un sudanese che dirige l’Al-Jazeera Center for Studies, sostiene inoltre che il Qatar abbia svolto un ruolo fondamentale nel rendere la Fratellanza accettabile agli occhi delle potenze occidentali.

I governanti del Qatar hanno tradizionalmente promosso il salafismo saudita. Il fondatore dello Stato moderno, Sheikh Jassim, morto nel 1913, era un seguace della scuola wahhabita dell’Arabia Saudita, ma la presenza di al-Qaradawi e di esponenti della Fratellanza egiziana dal 1960 è stata vista come una forza moderatrice; tuttavia negli ultimi anni sono stati i liberali, ritenuti capaci di far diventare Doha una città mondiale, a guadagnare terreno. Proprio tra i liberali aleggia un certo disagio rispetto alla politica della Fratellanza accusata di avere un monopolio inattaccabile, pena il contrattacco e di essere stata sostenuta negli ultimi cinque anni da Al-Jazeera.

In conclusione, anche se il Qatar volesse, staccarsi da un’organizzazione diffusa e influente come la Fratellanza non sarebbe un compito facile. Nuaimi dice che dipenderà dal destino dei governi islamisti in Egitto e in Tunisia: “Loro pensano che la Fratellanza sia il futuro politico del mondo arabo. Io penso che si sbaglino. Prevedo che in cinque anni saranno messi all’angolo in Egitto e in Tunisia e poi anche il Qatar li metterà da parte”.

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Ilaria Antoniello

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