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Prospettive del futuro della situazione economica egiziana

Zoom 9 dic situazione economica egittoArticolo di Sara Dallasta.

È mezzogiorno e a Mohandessin, quartiere simbolo dell’alta borghesia egiziana e cuore pulsante della vita economica cairota, il traffico scorre incessante, come se gli eventi degli scorsi mesi fossero solo un ricordo lontano. Anche l’Avv. John Shehata mi conferma come le sue giornate al Cairo siano state costellate da numerosi appuntamenti di lavoro.

Nato in Italia da genitori egiziani, dopo la laurea alla Bocconi, in pochi anni è diventato Special Counsel per la filiale italiana di Orrick, uno tra i primi 20 studi legali presenti a livello mondiale.

Grazie alla sua consolidata esperienza, l’Avv. Shehata è considerato tra i maggiori esperti italiani nella consulenza all’internazionalizzazione in Africa, Medio Oriente e Paesi del Golfo.

Come era abbastanza prevedibile, nelle prime battute del nostro incontro discutiamo sulla situazione politica, sui possibili sviluppi futuri e sul timore di un default finanziario.

In proposito, Shehata osserva come le incertezze siano molte, soprattutto riguardo a quanto accadrà dopo l’approvazione della nuova Costituzione, che secondo alcune indiscrezioni dovrebbe fondare un Egitto totalmente laico, scatenando la reazione di una parte della popolazione.

Anche se le conseguenze di una stabilizzazione politica in senso democratico, aggiunge Shehata, potrebbero essere estremamente positive per il decollo economico del paese, tenendo presente che gli effetti della Rivoluzione del 2011 si sono fatti sentire anche da un punto di vista economico, con il fiorire dell’imprenditorialità giovanile.

Senza dimenticare, sottolinea sempre Shehata, come anche in questi anni turbolenti si siano intravisti segnali confortanti, tra cui la crescita costante del PIL (pari al 2% annuo), seppur ridotta rispetto all’era Mubarak e seppur dovuta principalmente all’aumento demografico.

Per questi motivi, il mercato egiziano potrebbe rappresentare un’ottima chance per l’imprenditoria italiana che potrebbe colmare il vuoto che si è creato con la fuga degli investitori stranieri e allo stesso modo soddisfare la domanda locale di know-how. Secondo Shehata, nei prossimi anni i settori che potrebbero conoscere una maggiore espansione sono: quelli dell’industria leggera e pesante, del pellame, della ceramica e dell’health care. In particolare quest’ultimo è stato oggetto negli ultimi anni di numerosi investimenti da parte di operatori esteri.

D’altronde, lo stesso ministro egiziano dell’Industria e del Commercio, Mounir Fakhry Abdel Nour, ha dichiarato nella sua prima visita in Italia il 16 novembre scorso:“L’Egitto è un Paese di 90 milioni di persone che hanno bisogno di tutto: energia, trasporti, porti, edilizia. Sono qui in Italia per dare un nuovo impulso ai nostri rapporti; l’esempio italiano per noi è fondamentale». Oltre a ribadire l’impegno del governo egiziano di rispettare gli accordi assunti, indipendentemente da quale esecutivo siano stati firmati.

In realtà, già attualmente molte aziende italiane operano in Egitto ma con grandi difficoltà. Infatti, secondo Il terzo rapporto annuale di Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (Srm) sulle «Relazioni economiche tra l’Italia e il Mediterraneo», l’Italia sta cedendo la leadership sull’area a Germania, Stati Uniti e Cina.

A questo proposito, Shehata osserva come la criticità fondamentale per le aziende italiane riguarda soprattutto la necessità di un’adeguata consulenza finalizzata non solo a “rompere il ghiaccio” tra le due sponde del Mediterraneo ma soprattutto a garantire un regolare svolgimento dei rapporti tra gli attori coinvolti. Anche se in merito l’Italia sembra non cogliere in pieno questa opportunità, soprattutto a livello di istituzioni e sistema Paese: è imminente la chiusura del consolato italiano ad Alessandria d’Egitto.

Tuttavia anche da parte del Governo italiano arrivano segnali positivi: è di poche settimane fa la notizia del ritiro dello “sconsiglio” per i turisti italiani a recarsi in Egitto, accolta con grande favore dalle autorità egiziane.