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Pezzi di Siria in una libreria di Istanbul

Samer al-Kadri and Gulnar Hajou hanno avviato il progetto della libreria "Pagine" per ricordare ai rifugiati le bellezze della Siria

Libreria PagineDi Jaclynn Ashly e Areej Rashid. Middle East Eye (5/12/2016). Traduzione e sintesi di Giusy Regina

Nascosta dietro una stretta stradina di ciottoli nel quartiere Ayvansaray a Istanbul, la libreria “Pagine”, calorosamente illuminata e riempita dall’inizio alla fine di libri in arabo, è diventata una casa speciale per i rifugiati siriani in città.

Non si tratta della tipica libreria. Il proprietario, Samer al-Kadri, ha lasciato Damasco con la sua famiglia nel 2012 e ha avviato questo progetto un po’ più di un anno fa per dare ai rifugiati in fuga dalla violenza in Siria una sensazione di casa. Samer, artista e proprietario di una casa editrice per libri per bambini in lingua araba dal 2005, si è dovuto lasciare tutto alle spalle in Siria, portando con sé solo 3800$ e la sua famiglia a Istanbul. Ora la sua libreria offre uno spazio per scrittori siriani, artisti, intellettuali e musicisti che vogliono affinare le proprie doti, contribuendo a guidare la loro integrazione nella società turca. 

Secondo l’UNHCR, la Turchia ospita più di 2,7 milioni di siriani rifugiati, dei 4,9 milioni totali che sono fuggiti anche in Iraq, Giordania, Libano, Egitto e altri paesi del Nord Africa. Tuttavia, i numeri dell’UNHCR non includono le centinaia di migliaia di persone che hanno cercato asilo nei paesi europei o dei tanti profughi non registrati sparsi in Turchia e in altri paesi ancora. Inoltre i siriani in Turchia non hanno lo status ufficiale di rifugiati, in quanto sono considerati “ospiti” temporanei. In quanto tali non sono autorizzati a lavorare in Turchia e costretti quindi a cercare lavoro in nero, con salari bassi e condizioni pessime. Ciononostante, essi sono autorizzati ad aprire nuove imprese.

“Ho iniziato questo progetto perché la comunità siriana ne aveva bisogno, così come anche la comunità turca”, ha detto Kadri durante un’intervista al Middle East Eye, sorseggiando del caffè arabo amaro e ascoltando nostalgico della musica araba. “La comunità siriana qui aveva bisogno di un posto che le ricordasse casa e che la guidasse nella sua nuova vita a Istanbul, mentre la comunità turca aveva bisogno di conoscerci meglio, lontano da ciò che propinano i media”.

Tutti gli eventi che la libreria organizza sono gratuiti: eventi culturali, terapia con l’arte, lezioni di musica e di teatro, corsi di lingua turca e araba, nonché seminari giuridici per i rifugiati per aiutarli a capire meglio i loro diritti nel sistema giuridico turco. La libreria comprende anche una sezione più piccola di libri in inglese e in turco sia per la comunità turca stessa che per i visitatori internazionali. Con la vendita di libri, di opere d’arte di artisti siriani, caffè e deliziosi dolcetti siriani fatti in casa, il progetto riesce a guadagnare un po’ di fondi.

La moglie di Samer, Gulnar Hajou, che co-gestisce il progetto con il marito, ha detto: “La gente viene qui perché si ricorda di essere siriana in un modo positivo. Non con la guerra, ma con la vita, la musica e l’arte“. “Vedo il futuro della Siria in queste persona, che per ora non hanno un futuro”, riprende Samer.

Osama Badawe, un musicista di 23 anni fuggito da Aleppo un po’ più di un anno fa, ha continuato a coltivare la sua passione per la musica proprio grazie alla libreria. In Siria Osama era un suonatore professionista di ‘oud, ma adesso può mostrare il suo talento anche davanti ad un nuovo pubblico e connettersi con altri artisti siriani e turchi. 

In aggiunta a tutto questo, la moglie di Samer, Gulnar, gestisce classi di terapia con l’arte ogni domenica per i bambini siriani di età compresa tra 6 e 14 anni per dargli strumenti per farli convivere con l’angoscia della guerra e il cambiamento radicale di un trasferimento in un paese straniero. “Per i bambini siriani è tutto nuovo, anche la lingua. Molti di loro vengono da situazioni molto difficili e così io cerco di dare loro due ore a settimana in cui possono vivere spensierati e mantenere una identità siriana positiva”. Il punto centrale della sessioni di terapia di Gulnar è quello di costruire nei bambini fiducia in loro stessi e incoraggiarli a sognare di nuovo. “Facciamo libri da sogno,” ha detto lei, “dico ai bambini di chiudere gli occhi e di sognare. E da lì arrivano i loro sogni, attraverso cui io imparo molto, e loro iniziano a delineare di nuovo un futuro”.

Samer ha sottolineato che il progetto non è stato progettato solo per i siriani, ma anche per creare un punto di incontro tra il popolo turco e internazionale per conoscere la cultura siriana, pur condividendo la propria: “L’obiettivo principale è quello di avere uno scambio di cultura e di idee”. Saper ha detto anche di aver invitato nella libreria turchi che “odiavano i siriani”, ma che hanno “iniziato ad amare la Siria” dopo la visita nella sua libreria.

Jaclynn Ashly è una giornalista freelance di base a Betlemme e Areej Rashid è un’attivista umanitaria.

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Giusy Regina

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  • L’articolo ispira un ritorno a Istanbul. Scovare, nel cuore della capitale turca, questo prezioso dono della cultura araba, che non vuole essere inghoittita e dimenticata dalla guerra, vale un viaggio nelle emozioni, nelle sensazioni speciali che la Turchia e il Medio Oriente instillano. “Pagine”: il nome fa pensare ad un luogo tranquillo, dove il silenzio della lettura si alterna alle voci dei bambini, che, qui, ripuliscono la mente con nuovi sogni.