Daesh Siria Zoom

Perdere Aleppo e Homs, ma vincere a Kobane

Staffan de Mistura Siria

Di Ridwan A-Sayyid. Sharq Al-Awsat (14/11/2014). Traduzione e sintesi di Omar Bonetti.

È da alcuni mesi che ho smesso di scrivere sulla Siria. Ho smesso di farlo perché mi sono sentito impotente e inutile. Se dovessi riassumere con una sola frase la condizione siriana e araba, direi che la cosiddetta primavera ha causato la morte di cinquecentomila persone, l’arresto di altrettante e la fuga di dodici milioni di civili. La maggior parte di questi sono siriani. Oggi, però, torno a scrivere per due ragioni: il piano presentato da Staffan De Mistura, il nuovo inviato dell’Onu per la Siria, e l’appello dei francesi.

De Mistura, infatti, ha offerto ad Assad un piano che prevede, per scopi umanitari, il congelamento degli scontri nelle zone della Siria più devastate, tra cui Aleppo. L’inviato delle Nazioni Unite, però, ha anche espresso la sua preoccupazione che, dopo l’uscita dei ribelli dalla città, essa rimanga divisa tra le forze di Daish (meglio conosciuto come ISIS) e quelle del regime, che hanno già annunciato di non volersi far scappare quest’opportunità. In altre parole, il piano di De Mistura favorirebbe Assad.

I francesi, dal canto loro, hanno supportato la creazione di un coordinamento tra turchi, arabi e americani per mettere in salvo chi è rimasto ad Aleppo. Infatti, sono circa trecentomila le persone intrappolate nella città dall’esercito di Assad, dai ribelli e dai militanti di Daish, dopo che più di due milioni hanno già lasciato le proprie case. Il soccorso dei francesi, inoltre, è in linea con gli obiettivi degli americani enunciati durante e dopo la Conferenza di Gedda, cioè, sconfiggere Daish offrendo assistenza ai ribelli. Così facendo, il potere del regime siriano potrebbe essere limitato sia ad Aleppo sia a Daraa, e si favorirebbe il ritorno ai negoziati per una soluzione politica del conflitto, come stabilito dalle due Conferenze di Pace di Ginevra.

Tuttavia, le autorità americane hanno anche rivelato l’esistenza di un accordo con la Russia e con l’Iran che istituisce il divieto di attaccare le forze del regime siriano finché continueranno gli scontri a Kobane. Soltanto a Kobane! Così, che cos’è successo nel frattempo in altre aree? Mentre il regime siriano ha lanciato una guerra senza precedenti con barili esplosivi, soprattutto ad Aleppo, Jabhat Al-Nusra si è sostituita a Daish nella provincia di Idlib, riprendendo il controllo su vaste aree.

In definitiva, fin dalla prima fioritura della primavera araba nel 2011, in Siria, la letizia con cui le autorità e il regime dipingono il futuro, l’ascesa dell’islam politico, jihadista e terrorista, l’intervento di milizie e sette, caos, violenza e macerie hanno raggiunto un culmine senza precedenti. Recentemente ho chiesto a un professore algerino se fosse diventato anche lui come quelli che parlano delle atrocità solo per far nascere la necessità di tornare alla vecchia calma. Ebbene, mi ha risposto con un “forse”. Mi chiedo come Assad e Saleh possano essere diventati un rifugium peccatorum e Al-Maliki eletto vice presidente dell’Iraq! Il cessate il fuoco è certamente di buon auspicio, tuttavia non sarà questo il modo con cui i cittadini e le loro richieste saranno soggiogati.

Ridwan Al-Sayyid è uno scrittore, un accademico e un politico libanese, attualmente insegna Istituzioni dell’Islam presso l’Università Libanese.