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Perché il golpe in arabo si chiama inqilāb?

al-sisi e morsi, egittoSì, il golpe in arabo viene dalla stessa radice della parola a cui state pensando, quella che pulsando tiene in vita, qalb, il cuore. La radice qalaba ha un senso abbastanza fisico, nel senso che si riferisce al gesto di girare, voltare qualcosa. Oppure di rovesciare, capovolgere, e quindi cambiare. Tutti questi significati trasportano perciò anche il senso figurato di un rovesciamento, di un cambiamento. Per trovare il vero e proprio golpe dobbiamo arrivare alla VII forma, inqalaba, che assume il significato di essere sovvertito, cambiato. Non a caso il cuore in arabo, qalb, ho scoperto che indica anche il capovolgimento e il cambiamento. Dunque inqilāb è il golpe in arabo nel senso di un rovesciamento del potere.

Rispetto a thawra, la rivoluzione, si coglie forse la natura unica dell’inqilāb, ovvero qualcosa che accade in un preciso momento, con un gesto solo. Mentre thawra, che viene dal verbo thāra il quale indica l’agitarsi, l’insorgere anche con veemenza e che con la preposizione ‘ala assume proprio il senso del rivoltarsi contro, mi dà l’idea di un movimento fluido e più esteso sia nel tempo che nello spazio. Basta considerare che in arabo l’eruzione vulcanica si può chiamare thawrān, dalla stessa radice di rivoluzione. Un’eruzione è qualcosa di irruento, esplode, certo, (infatti tra i significati della radice c’è anche lo scoppio), mi sembra tuttavia più un processo (quindi più o meno lungo, e più o meno comprensivo di diverse entità a viverlo/provocarlo). Inqilāb, invece, è una decisione presa in un dato momento da un dato soggetto. Cionontoglie che i due fenomeni possano essere provocati l’uno dall’altro, o realizzarsi su una linea difficilmente distinguibile. E chi segue gli eventi egiziani è sicuramente incappato nel dibattito in corso, molto stimolante, su come sia più giusto definire quel che è accaduto con la destituzione di Mohamed Morsi.

Mi ha colpito, in ore in cui si discute se quello egiziano possa chiamarsi golpe o chiamarlo così non leda (o ne riduca il decisivo ruolo) tutto il processo rivoluzionario in atto da anni tra la gente, trovare inqilāb in un’altra lingua, l’urdu. Non a caso l’urdu risente molto delle influenze della lingua araba, e lo spunto di riflessione con cui vi lascio è che in urdu inqilāb non è il golpe vero e proprio, ma indovinate? È la rivoluzione.

Claudia Avolio

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Claudia Avolio

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  • Quello che succede attualmente in Egitto è una rivoluzione, stupisce la strana posizione del Governo e del Ministero degli esteri Italiano.. E’ possibile appoggiare il presidente Egiziano Mohamed Morsi deposto in quanto egli e’ il presidente di un gruppo, conosciuto in tutto il mondo come gruppo terroristico ?
    La cosa piu’ strana e’ che in molte città Italiane sono state chiuse diverse moschee e ne sono state rifiutate l’apertura di nuove per paura del terrorismo ed e’ ancora più strano che l’Italia affianchi tutti i paesi del mondo per far fronte al terrorismo internazionale rappresentato dai Talebani, Hamas, i gruppi di Jihad ed i Fratelli Musulmani….
    La strana posizione del Governo Italiano è quella di appoggiare i Fratelli Musulmani in Egitto nonostante sappia molto bene che si tratta di un gruppo terroristico…
    Io, come Egiziano e Musulmano, dichiaro che sono contro il terrorismo, la violenza e l’omicidio e contro i gruppi terroristici in Egitto ed il loro capo, il presidente Morsi al quale appartiene…
    Dichiaro il mio appoggio alla decisione dell’Esercito Egiziano Supremo e appoggio la maggioranza del popolo Egiziano e dichiaro inoltre che sono residente in Italia e rifiuto la posizione del Governo Italiano nei confronti della sua posizione sulla questione Egiziana….
    E’ vergognoso che un governo europeo appoggi i terroristi. L’Europa deve sapere che rischia di essere la prima a pagarne il prezzo ed a soffrire per questi gruppi terroristici che stanno in Egitto….
    Quello che ha fatto l’Esercito in Egitto non è un Colpo di Stato, bensì ha appoggiato la maggioranza del popolo Egiziano che come avete visto tutti, ha riempito le piazze e le strade d’Egitto.
    Sappiamo che la storia ricorda sempre la posizione di tutti. L’Esercito ed il popolo Egiziano hanno bisogno di un supporto morale. Non deludete quanto noi sappiamo della democrazia europea che, però, sembra di parte.
    Essam Fathallah