News Politica Società Zoom

Perché dovrebbero governare gli islamisti?

Elaph (18/07/12). Di Khaled Shawkat. Traduzione di Alessandra Cimarosti.

“So che loro sono in viaggio… Mi chiedo solamente il prezzo del loro trasferimento e il tempo necessario per riformare ciò che è stato guastato”. (scrittrice tunisina Olfa Youssef).

Nei paesi dell’Europa dell’Est e dell’America Latina le rivolte popolari degli anni 90 del secolo scorso, hanno rovesciato i regimi dittatoriali, hanno optato per il sostituto democratico e hanno scelto di consegnare le tradizioni, per brindare a progetti liberali, razionali e futuristi; dal canto loro i popoli arabi, hanno deciso che avrebbero raggiunto la libertà grazie alle rivoluzioni della primavera araba. I propri rivoluzionari hanno sollevato slogan di libertà, democrazia, giustizia sociale e hanno optato per progetti dogmatici.

Per evitare di essere frainteso, io non accuso la religione musulmana che è sempre stata la vittima principale del governo degli islamisti, volevo invece fare riferimento alle fonti reazionarie che sono sempre state molteplici: le parti in rivolta possono essere religiose così come laiche. Non c’è dubbio che le rivolte dell’Europa orientale e dell’America Latina hanno affrontato allo stesso tempo varie azioni reazionarie laiche. Per quanto riguarda i movimenti islamisti non sono reazionari se non per il trionfo delle idee di decine di pensatori musulmani illuminati che hanno lottato a lungo per l’Islam, offrendo anche la propria vita per le proprie tesi innovative.

E qui annoto – con profondo dispiacere – che le rivoluzioni arabe e soprattutto la rivolta tunisina e quella egiziana si sono incamminate nella direzione sbagliata e ciò significherà che i propri popoli dovranno soffrire altri anni di colpi, di smarrimento, di disordine, brancolando nel buio al di fuori della storia dell’umanità. Chi è al potere non è in grado di rimettere insieme i pezzi, tenendo presenti gli errori del passato e le proprie conquiste per il futuro. Sembra che nella storia ci sia una fase di dittatura o qualcosa di simile e che sia necessario estirparla per aprirsi al mondo.

Tutti gli indicatori, le valutazioni, le analisi effettuate da parte di menti illuminate, confermano che l’attuale progetto islamista in Egitto e in Tunisia non può che essere un progetto progressista, democratico, civile, per realizzare gli obiettivi rivoluzionari e concedere ai propri popoli di essere al passo con i tempi e con l’umanità. Nel profondo, questi progetti sono  “dittatoriali” e cercano con concessioni tattiche, di ingraziarsi la restante parte al potere che è scettica e sospettosa. La maggior parte dei cittadini non è convinta che stia vivendo l’episodio finale della serie di una tirannia totalitaria odiosa.

Ho esaminato i popoli arabi  e precedentemente l’esempio dei governi islamisti nei vari paesi arabi e musulmani. Questi modelli non sono sufficienti a quanto pare, per convincere i popoli della trasparenza dei progetti dei movimenti islamisti: dallo sfruttamento della religione, al suo utilizzo per realizzare i propri fini mondani, alla diffusione di una religiosità ipocrita, all’abbattimento delle libertà, alla diffusione di guerre civili e regionali, all’apertura delle porte delle rivolte, della distruzione, del sottosviluppo, delle relazioni tese con i paesi vicini e lontani. La maggior parte dei tunisini e degli egiziani non sono convinti di sperimentare questo modello e tollerare le sue preoccupazioni, le sue avversità e gli effetti della corruzione.

Il governo degli islamisti tunisino, in pochi mesi di potere, ha dimostrato che le storie raccontate non hanno avuto eco nei fatti, che i servizi idrici ed elettrici si sono deteriorati, che il paese è affondato nella spazzatura fino al collo. È chiara la falsità delle promesse di sviluppo, di trasparenza, di integrità e di aiuto reciproco.  Tutte le argomentazioni risplendono nelle menti dei tunisini e hanno confermato la fine del mito del governo islamico e virtuoso.

È necessario che governino gli islamisti, perché dopo il loro governo impareranno la loro verità, si dimostreranno le loro vergogne, andranno in frantumi le loro “favole” e le loro “millanterie”, la conclusione sarà che gli arabi e i musulmani sono uomini, non sono angeli e che non rappresentano la vera religione ma i loro desideri e i loro interessi di partito e così via. E chi verrà dopo di loro dovrà fare molti sacrifici per rimediare agli errori commessi.

Nessun mezzo può dimostrare l’assurdità delle tesi degli islamisti se non la loro applicazione… A Dio appartiene il Comando, e nel passato e nel futuro.

Uno scrittore e attivista politico tunisino.