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Perché ci aspetta un gennaio bollente

mrsy_kwlj.jpg.crop_display(06/01/2014). Al controllo passaporti, il poliziotto impegnato a fumare sotto la scritta no smoking mette con pigrizia il timbro sul mio nuovo visto, senza neanche guardare la foto sul documento. Eccomi di nuovo al Cairo.

Il freddo eccezionale di qualche settimana fa è sparito, sento di nuovo l’aria calda satura di sabbia e smog, il termometro risale in tutti i sensi. Il lungo 6th of October Bridge è tappezzato di cartelli con scritto “Na’m lel Dostour” (Sì alla costituzione), noto che alcuni di essi sono stati imbrattati con della vernice rosso sangue. Il 14 e il 15 gennaio si terrà il referendum per approvare o meno il nuovo documento. La Fratellanza promette battaglia ed effettivamente venerdì battaglia è stata nelle strade del paese.

Non dimentichiamo poi il prossimo anniversario della rivoluzione e la nuova seduta del processo a Mohammad Morsi (con probabile verdetto il 28). Intanto continuano a rincorrersi (l’altro ieri in modo particolare) indiscrezioni e smentite sulla candidatura di Abdelfattah El Sisi alla presidenza, mentre numerosi movimenti annunciano di voler formalizzare nei prossimi giorni il loro endorsement al generale, una volta terminate le campagne di raccolta firme a suo favore.

Ci aspetta senza dubbio un gennaio bollente.

Luca Pavone