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Palestina: la proposta cinese

Xi Jinping e AbbasDi Rami G. Khouri. The Daily Star (11/05/2013). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello.

Potrebbe trattarsi di una coincidenza fortuita o di una mossa dell’aggressiva diplomazia israeliana. Nella stessa settimana in cui la Cina ha annunciato un piano di pace per il conflitto arabo-israeliano, la Russia e gli Stati Uniti hanno dichiarato di voler tenere una conferenza internazionale per trovare una soluzione al conflitto siriano e il Segretario di Stato americano John Kerry ha detto che sarebbe tornato nella regione a fine mese per provare a riprendere i negoziati israelo-palestinesi. Intanto, il governo israeliano ha annunciato piani per la costruzione di 300 nuove case per i coloni a Beit-El, nei pressi di Ramallah.

Fatto che fotografa i due aspetti peggiori della situazione attuale: le annessioni territoriali israeliane e l’espansione degli insediamenti sono forse il motivo principale per cui il processo di pace israelo-palestinese per 45 anni è fallito, e riflettono anche il cuore della condizione palestinese di permanente occupazione, trasferimento, esilio e status di rifugiato.

Dunque nelle circostanze attuali di aggressiva colonizzazione sionista, unita alla divisione della leadership palestinese, probabilmente non dovremmo aspettarci nulla di serio dal tentativo a guida americana di riavviare i colloqui israelo-palestinesi. Questo però spinge a chiedersi perché i cinesi siano improvvisamente scesi nell’arena del processo di pace arabo-israeliano annunciando il loro “piano di pace” nella stessa settimana in cui i leader israeliani e palestinesi hanno visitato la Cina. Indipendentemente dalle possibilità di successo di questo piano, al momento si può solo riconoscere che la diplomazia cinese si colloca agli antipodi rispetto a quella israeliana essendo discreta e non aggressiva.

Eppure il fatto che le tre maggiori potenze stiano snocciolando la questione ognuno dal proprio punto di vista potrebbe portare a qualcosa di costruttivo nato dall’incontro su un terreno comune di intenti o, addirittura, potrebbe spingere questi attori ad inserire gli accordi arabo-israeliani all’interno di un’azione diplomatica più ampia comprendente anche le questioni relative a Siria ed Iran.

La proposta cinese, articolata in quattro punti, chiede: la creazione di uno Stato palestinese indipendente, secondo i confini del 1967 con capitale Gerusalemme Est, e la coesistenza pacifica con Israele; la ripresa dei negoziati come unica soluzione per raggiungere una pace stabile, sottolineando l’importanza di bloccare le attività di insediamento, mettere fine alla violenza contro i civili innocenti, togliere l’assedio su Gaza, affrontare la questione dei prigionieri palestinesi e ricomporre le fratture interne al popolo palestinese; la centralità del principio land for peace; infine l’impegno della comunità internazionale tutta.

 

 

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