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Nuovo compito fallito per Kerry

Kerry _ NetanyahuL’opinione di Al-Quds.  Al-Quds al-Arabi (01/01/2014).

Traduzione e sintesi di Mariacarmela Minniti.

Di certo il Primo Ministro israeliano Netanyahu non sarà sorpreso dalla proposta di accordo quadro che gli presenterà il Segretario di Stato americano Kerry e che è il frutto di numerosi e lunghi incontri tra i funzionari americani e i loro omologhi israeliani nel tentativo di soddisfare le richieste di Tel Aviv. Ma non è escluso che proprio Kerry, invece, venga colto di sorpresa da due nuove richieste da parte di Israele che, affiorate alla vigilia della sua visita nella regione, rischiano di far fallire i negoziati di pace, la cui conclusione era prevista per il mese di aprile.

Oltre alla clausola di “ebraicità” dello Stato d’Israele, infatti, Tel Aviv ha avanzato anche la richiesta di garantire la presenza di forze di sicurezza israeliane nella Valle del Giordano. Alla vigilia dell’arrivo di Kerry, una commissione ministeriale del Knesset ha votato a favore di una proposta di legge tesa ad annettere la Valle del Giordano (che rappresenta il 29% della superficie della Cisgiordania), adducendo come giustificazione le precarie condizioni di sicurezza, sebbene l’esercito israeliano disponga dei più moderni mezzi tecnologici in grado di monitorare i confini senza alcuna presenza militare. Questa mossa, in contrasto con il diritto internazionale, sembra una provocazione nei confronti della controparte palestinese nonché una sfida all’amministrazione americana che notoriamente condivide le “esigenze israeliane in materia di sicurezza”. La seconda questione riguarda lo scambio di terre cui oggi Israele aggiunge uno scambio di abitanti. Tel Aviv ha infatti proposto di annettere insediamenti presenti in Cisgiordania e in cambio cedere una parte della regione del Triangolo in cui abitano circa 300 mila palestinesi. Questa proposta non si discosta molto dal piano di spopolamento proposto dal Ministro degli Esteri israeliano Lieberman e rappresenta il primo passo per applicare il principio di “ebraicità” dello Stato di Israele.

La bozza di accordo quadro, che Kerry sottoporrà anche al Presidente palestinese Abbas, prevede l’estensione dei negoziati per la durata di un anno e questa è una buona notizia per Tel Aviv che continuerà l’occupazione del territorio palestinese e porterà avanti i suoi piani di ebraizzazione ed espansione degli insediamenti. Per i palestinesi, invece, significherà un nuovo anno di occupazione e oppressione: in questi cinque mesi di trattative Israele ha annunciato la costruzione di 6200 nuove unità abitative nelle colonie, numero che l’anno prossimo potrebbe raddoppiare. Un nuovo anno di negoziati significa altri 12 mesi di violazioni, aggressioni e arresti: solo lo scorso anno Israele ha ucciso 36 palestinesi, il numero più alto degli ultimi cinque anni. I palestinesi non possono fare altro che resistere e rifiutare di piegarsi all’istanza che li invita a rinviare la richiesta di adesione alle varie organizzazioni dell’ONU, poiché questa è l’unica arma di cui dispongono per opporsi alla politica di espansione degli insediamenti e alle violazioni perpetrate da Israele.

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