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“La Notte del Caffè”: l’Auditorium si trasforma in piazza virtuale del Mediterraneo

Dal Mediterraneo al Medio Oriente nel concerto del 2 agosto a Roma

Per tutti coloro che il 2 agosto si troveranno a Roma, segnalo un concerto bello quanto significativo, per la sua capacità di coinvolgere ed integrare sul palco tanti artisti e tante tradizioni, direi addirittura tante anime musicali.

Dal Sud Italia al Mediterraneo in tutte le sue sfaccettature, fino al Medio Oriente con la tradizione sufi e persiana. Ho intervistato di nuovo Stefano Saletti che, insieme a Nando Citarella e a Pajman Tadayon, saranno le colonne portanti di questo concertone.

Come ha scritto Stefano Saletti, a termine di questa intervista:

“Tanti musicisti per fare della Cavea dell’Auditorium una piazza virtuale del Mediterraneo, dell’incontro e della pace. E visto quello che sta avvenendo a Gaza, ce n’è proprio bisogno”.

Sono d’accordissimo e approfitto della disponibilità di Stefano, sempre ricco nelle sue risposte alle mie domande, per conoscere meglio il progetto musicale che sottende questo concerto: il “Cafè Loti” e la ricchezza, a livello musicale e umano, che un progetto del genere è capace di accogliere in sé e di comunicare al pubblico.

C.: Stefano, innanzitutto, come è nata questa fusione fra voi, con Nando Citarella e Pejman Tadayin, e cosa ne è emerso, a livello musicale? Precisiamo, per i lettori, che Nando e Pejman sono virtualmente con noi, in questa intervista, e che tu fai da portavoce.

S.: Proprio così. È nato tutto per caso, come molte cose nella vita. Io e Pejman ci siamo trovati a dividere il palco l’anno scorso, all’Auditorium, e lì è nata l’idea di fare qualcosa insieme. Così abbiamo cominciato a vederci a settembre e a lavorare ad alcuni brani che potessero rappresentare un ponte tra Oriente e Occidente. Poi abbiamo coinvolto Nando, perché sia io sia Pejman lo conoscevamo bene e volevamo collaborare con lui. Ci siamo trovati subito benissimo. Ognuno porta nel Cafè Loti la propria esperienza e il proprio trascorso musicale: Nando, tutta la cultura del Sud d’Italia, io il lavoro di conoscenza sul Mediterraneo, Pejman la cultura sufi e persiana. Ne è emerso un suono diverso, che diventa un qualcosa di nuovo che contiene sfumature e sfaccettature che si integrano tra di loro.

C.: A livello di vocalità, di strumentazione usata, di modalità… Sono diversi gli aspetti musicali che accomunano le varie tradizioni all’interno del mondo arabofono, del Mediterraneo, del Medio Oriente. Quali sono, per voi, questi aspetti che, messi in comune permettono al Cafè Loti Trio di proporre al pubblico la sensazione di “unità pur nella varietà”?

S.: Sono tanti gli elementi che uniscono, dall’uso della voce con melismi, alle scale che si ritrovano in tutto il Mediterraneo e in Oriente, a certi andamenti ritmici, come ad esempio il nostro 6/8 della tarantella che, con accenti diversi, caratterizza alcuni brani tradizionali persiani. Ma ci piace anche sperimentare cose particolari. Ad esempio Pejman suona il bamtar (uno strumento tradizionale afgano) con l’archetto e diventa quasi un violoncello. Nando inserisce il marranzano e il canto in un tempo dispari, il 7/8, e il risultato ritmico è intrigante. Nel brano “Cuncti simus concanentes”, tratto dal Llibre Vermell, uso delle spazzole sul bouzouki, cercando di farne quasi una percussione risuonante. Poi usiamo la chitarra battente e ci accompagniamo una cantigas spagnola, o la darbouka su una tarantella. Cerchiamo di reinventare la tradizione, immaginando che questi canti popolari possano rivivere arricchiti dal confronto di sonorità e strumenti diversi che arricchiscono l’insieme e non lo banalizzano. La conoscenza dell’altro è sempre fonte di nuovi spunti creativi e compositivi. È nell’incontro che ci si arricchisce.

C.: D’accordissimo, è quello che sostengo da tempo ed quello per cui mi adopero sempre. Ci vuoi spiegare, per favore, l’origine del nome “Cafè Loti”?

S.: Certo! Il Cafè Loti è un caffè sulle rive del Bosforo, a Istanbul, dedicato ad un grande intellettuale francese, Pierre Loti, che ha dedicato la propria vita a studiare il mondo turco e arabo. È diventato il simbolo dell’incontro tra le genti, il luogo dove si compie il rito del caffè come momento di socializzazione, conoscenza, scambio e confronto tra chi ha culture, tradizioni, credi differenti. È la filosofia che anima il nostro modo di fare musica.

C.. Ottimo! Quali repertori, quali strumenti, vocalità, tradizioni quindi, metterete in campo nel concerto del 2 agosto?

S.: Il 2 agosto sarà una grande festa popolare in musica, con oltre 25 musicisti sul palco che suoneranno insieme e una decina di danzatori: La Piccola Banda Ikona, i Tamburi del Vesuvio, il Sufi Ensemble e naturalmente il Cafè Loti. Ma non saranno momenti separati: il programma prevede un unico repertorio che unirà le nostre differenti esperienze musicali e ognuno suonerà nei brani dell’altro, arricchendolo con la propria esperienza. L’anno scorso partecipammo ad una serata come questa, sempre alla Cavea dell’Auditorium, ma ci fu una separazione netta tra i vari gruppi. Davvero una brutta esperienza. Noi, invece, siamo per la condivisione delle musiche e delle passioni. E così avremo le tammorre insieme all’oud arabo, la darbouka e il bouzouki, gli strumenti persiani e orientali di Pejman (il setar, il bamtar) con la chitarra battente, il violino, il clarinetto. Poi ci saranno le voci di Gabriella Ajello, Barbara Eramo, Martina Pelosi, le percussioni di Maurizio Trippitelli che sarà ospite speciale della serata. Tanti musicisti per fare della Cavea dell’Auditorium una piazza virtuale del Mediterraneo, dell’incontro e della pace. E visto quello che sta avvenendo a Gaza, ce n’è proprio bisogno”.

C.: Grazie Stefano, un saluto a te, a Nando e Pejman. Vi auguro di continuare ancora a lungo su questo cammino e, per chi si trovasse in Abruzzo, il 7 agosto, annuncio anche che ti esibirai nella meravigliosa cittadina di Atri (Te), insieme a Raffaello Simeoni e, quindi, ai Novalia.

Cinzia Merletti

 

About the author

Cinzia Merletti

Cinzia Merletti è musicista, didatta, saggista. Diplomata in pianoforte, laureata in DAMS, specializzata in Didattica e con un Master in Formazione musicale e dimensioni del contemporaneo. Ha scritto e pubblicato saggi sulla musica nella cultura arabo-islamica e mediterranea, anche con CD allegato, e sulla modalità. Saggi e articoli sono presenti anche su Musicheria.net. Ha all'attivo importanti collaborazioni con musicisti prestigiosi, Associazioni culturali e ONG, enti nazionali e comunali, Conservatorio di Santa Cecilia, per la realizzazione di eventi artistici, progetti formativi ed interculturali tuttora in corso.

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