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A New York, un salone di bellezza “hijab-friendly”

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Le'Jemalik di Huda Quhshi ha aperto i battenti alla fine di gennaio ed è già un santuario per le donne, musulmane e non, della Grande Mela

Di Antonia Blumberg. The Huffington Post (20/02/2017). Traduzione e sintesi di Roberta Papaleo.

Per anni Huda Quhshi, parrucchiera musulmana che vive a New York, si è trascinata la sua attrezzatura per tutta la città, acconciando i capelli di decine di donne in appartamenti affollati. I suoi giorni itineranti, però, sono ormai finiti.

Lo scorso 29 gennaio, la 37enne ha finalmente realizzato il suo sogno, aprendo un salone nella zona di Bay Ridge, Brooklyn. Le’Jemalik, che in arabo significa “Per la tua bellezza”, è già diventato un santuario per le musulmane di New York. Il negozio offre una vasta gamma di servizi estetici, dai capelli alla cura della persona. Inoltre, il salone vende anche abiti da sposa e organizza seminari per professioniste del settore.

“È un posto dove puoi venire a rilassarti, senza avere paura che un uomo possa entrare”, ha detto la Quhshi. I media si sono interessati molto a questo nuovo salone, non solo perché gestito e pensato al femminile, ma anche in quanto luogo in cui le donne, specialmente le musulmane, possono sentirsi benvenute e al sicuro.

Non tutte le musulmane si coprono i capelli col hijab, ma chi lo indossa non lo toglie mai di fronte a uomini che non siano suoi parenti. Un’usanza, questa, che viene adottata anche da alcune donne ebree ortodosse. Alcuni saloni di bellezza hanno dei divisori o stanze sul retro per ospitare quante possiedono queste necessità di carattere religioso. Ma la Quhshi ha detto che non esistono, che lei sappia, altri saloni a New York che siano interamente ed esclusivamente dedicati alle donne.

Dalla sua apertura, Le’Jemalik ha già attirato diverse clienti, musulmane ed ebree, ma si tratta di uno “spazio per tutte le donne”, ci tiene a sottolineare la proprietaria. “Ho avuto clienti di altre confessioni religiose che si sono dette entusiaste del salone”, ha raccontato la Quhshi. “Sono felici di poter sostenere un’attività gestita da donne e vengono qui perché si sentono a loro agio”.

Da musulmana di origini yemenite che indossa il hijab, la Quhshi spera di essere di ispirazione per tutte le donne che devono affrontare molti pregiudizi per ottenere i loro obiettivi. “Voglio aiutare altre a realizzare il loro sogno. Sono felice di poterle mettere in condizione di farlo e sento di aver aperto loro la strada”, ha concluso la Quhshi.

Antonia Blumberg è un’inviata per The Huffington Post che si occupa di questioni religiose.

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