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A New York, una campagna che non distingue tra Islam e Daish

Di Salam Sharqi. Elaph (20/09/2014). Sintesi di Roberta Papaleo.

Pamela Geller, controversa blogger e attivista statunitense, ha pagato 100.000 dollari per una campagna pubblicitaria sui trasporti pubblici di New York caratterizzata da messaggi e immagini anti-islamici, tra cui anche la foto di James Foley, il giornalista americano decapitato dai militanti Daish lo scorso agosto. La campagna comprende sei poster che appariranno non solo nelle principali fermate della metropolitana, ma anche su centinata di autobus urbani.

Non è ancora chiara la posizione delle autorità americane nei confronti di questa campagna, il cui lacio è previsto per il prossimo 29 settembre, soprattutto a causa del fatto che una simile iniziativa era già stata promossa dalla Geller nel 2012, ma era stata bloccata per timori di un’ondata di violenza come risposta alle parole offensive contro l’Islam.

Tuttavia, secondo un articolo pubblicato da The Guardian, ci sono buone probabilità che stavolta la Geller riesca a far decollare la campagna, nonostante gli avvertimenti circa l’effetto che potrebbe avere in termini di acutizzazione dell’odio e delle violenze.

Da parte sua, Linda Sarsour, direttore esecutivo dell’Associazione Arabo-americana di New York, ha dichiarato di rispettare pienamente la libertà d’opinione della Geller, ma ha evidenziato il fatto che i crimini di carattere anti-musulmano sono cresciuti del 143% dallo scorso anno. “La domanda è quali potrebbero essere le conseguenza dell’uscita di questa campagna nei tempi che viviamo oggi”, ha detto la Sarsour. “C’è molta gente ignorante in giro che non aspetta altro che sfogare il suo odio per i musulmani. Non abbiamo bisogno di una pubblicità per tutta New York che cerca di collegare Islam e Daish, soprattutto se la Geller decide di pubblicizzare un poster che accosta l’esecuzione di Foley a frasi che condannano il pensiero islamico”.

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