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Il musulmano errante di Alberto Negri, vademecum indispensabile

Gli alauiti, questi sconosciuti. Dal blog Hiwar di Giusy Regina

Per secoli perseguitati, gli alauiti oggi sono in Siria l’unica minoranza – 10% della popolazione – al potere nel mondo musulmano, ma se di essi si sa davvero poco. Anche chi si occupa, per lavoro o per diletto, del mondo arabo-islamico, conosce questa “setta”, come spesso è stata chiamata, solo superficialmente.

Alberto Negri, corrispondente di guerra in Medio Oriente, inviato speciale del Sole 24 Ore, ha scritto un libro a riguardo che, in poco più di 120 pagine, racconta riti e credenze degli alauiti, ripercorrendo la storia che porterà fino alla guerra civile siriana e all’assedio di Aleppo. E lo fa in modo magistrale. Proprio quest’aura di mistero intorno alla loro storia e alle loro credenze ha stuzzicato la curiosità del giornalista, che scrive: “gli alauiti del clan al-Asad al potere in Siria non accennavano mai, in nessun modo, alla loro religione e questo mi aveva sempre incuriosito. Anzi tendevano a celebrare in moschea con gli altri le ricorrenze musulmane tradizionali, scegliendo accuratamente dei gran muftì (…) che non facessero discriminazioni settarie”.

Ma chi sono questi alauiti e perché si sa così poco di loro? Innanzitutto gli alauiti un tempo venivano chiamati nusayriti dal nome del loro fondatore Muhammad Ibn Nusayr, originario di Bassora, in Iraq. Essi, riprendendo il libro di Alberto Negri, “attribuivano ad Alì, cugino e genero di Maometto, una natura divina, superiore a quella del Profeta”. Pare infatti che tutto il Corano si riferisca a lui e che fu un certo al-Khasibi ad aver diffuso il loro credo, che in teoria era proibito diffondere: i testi di questa setta dovevano rimanere segreti ai più e rivelati soltanto a “coloro che superano diversi stadi di iniziazione”.

Finché vissero isolati, scrive Negri, i seguaci di questo “ramo esoterico” dell’Islam riuscirono a conservare intatta la loro fede:  hanno vissuto per secoli ai margini e, una volta mescolatisi con gli altri musulmani, sono stati perseguitati e tacciati come miscredenti. Questo fino al secolo scorso quando in Siria è salita al potere la famiglia al-Asad, legata a doppio filo con l’Iran – ancora oggi. “Furono gli ayatollah che poi andarono al potere con la rivoluzione, a dichiarare ufficialmente che gli alaiuiti sono veri musulmani e appartengono a un ramo dello sciismo: accadde nel 1973, quando l’Imam Musa al-Sadr convocò appositamente in Libano un’assemblea di religiosi”, emettendo una fatwa che rendeva gli alauiti membri della comunità islamica degli sciiti. Insomma la famiglia al-Asad aveva bisogno di una consacrazione religiosa e l’Imam al-Sadr gliela diede.

Questo e molto altro ci insegna Il musulmano errante, un libro polivalente che ci propone un viaggio storico che ci conduce fino a quella tragedia siriana ancora in corso, che il giornalista ha conosciuto in prima persona. Ma lo fa da una prospettiva diversa e unica, quella degli alauiti appunto, che permette di esplorare le radici storiche del conflitto e di iniziare a capirne le cause. “Con questo libro Alberto Negri ha posto la prima pietra di un’architettura tutta da ricostruire” scrive Lucio Caracciolo nella postfazione. E io mi permetto di aggiungere che ci sono intere pagine che chiunque voglia parlare di Medio Oriente e di Siria nello specifico dovrebbe imparare a memoria. Sì, a memoria, come quando si studiava all’università Diritto Musulmano o più semplicemente quando ripetevamo senza sosta “Ei fu siccome immobile…” Io stessa l’ho letto armata del classico matitone a doppia punta rosso e blu.