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Mujeres nel cinema: videomessaggio di pace per le cineaste iraniane

di Katia Cerratti

Un messaggio di pace e solidarietà per le colleghe iraniane, è questa la proposta lanciata da Mujeres del cinema, gruppo facebook nato nel 2009 da un’idea dell’attrice Miriam Previati, Elena Tenga di Cinema d’autrice e della produttrice Giulia Rosa D’amico, per favorire il networking tra professioniste del cinema.

Il gruppo, che attualmente conta oltre 7000 iscritte, parla di cinema e non fa politica ma di fronte a quanto accade in Iran, da sempre terra di grandi registi e di cinema di qualità, da Kiarostami a Farhadi e Panahi, non è rimasto indifferente e così, pensando alle proteste di piazza che infiammano le strade di Teheran, all’arresto di tanti artisti e in particolare dopo l’uccisione del generale iraniano Soleimani a Baghdad e alle minacce di una possibile guerra da parte del Presidente degli Stati Uniti, attrici, registe e anche donne iraniane che fanno parte del gruppo Mujeres nel cinema, il 21 gennaio scorso, hanno realizzato un videomessaggio di pace e libertà “con la speranza, – ci raccontano – che il nostro piccolo contributo possa smuovere tante anime e poter diventare un coro di persone in tutto il mondo per dire no alla guerra”.

Come cineaste, le donne di Mujeres del cinema hanno provato a immedesimarsi nella condizione delle loro colleghe iraniane, nei loro tormenti, nel loro senso di impotenza di fronte alla repressione del governo che costringe al silenzio artisti, intellettuali, giornalisti e si sono rese conto che non potevano restare indifferenti di fronte a tutto questo, non potevano tacere di fronte alle minacce della politica. Da qui, la realizzazione di questo videomessaggio di cui vi proponiamo testo e video integrali in italiano, persiano e inglese.

“Colleghe iraniane, le notizie che arrivano in questi giorni ci chiamano in causa come donne e come professioniste. Siamo un gruppo formatosi di recente cui aderiscono oltre 7000 lavoratrici del cinema italiano. Da amanti della settima arte conosciamo bene la storia di relazioni proficue che autori e autrici dei nostri paesi da tempo hanno stretto, arricchendo enormemente entrambe le culture e contribuendo con le proprie opere a creare immaginari. Non possiamo quindi non essere preoccupate per l’intensificarsi delle tensioni nella regione e per le conseguenze che queste potranno avere sulle vostre vite quotidiane e sul vostro lavoro. Ci manteniamo ben distanti dalle discussioni polarizzate che anche la nostra stampa ospita, convinte che l’unica vittoria sarebbe non combattere né subire nessuna guerra. Siamo certe che attraverso i film continuerete a renderci partecipi di quanto accade in Iran, e che il cinema non smetterà di essere una Ferfere [girandola] nella mano di chi crede nell’arte come resilienza. Continueremo a farci guidare dalle vostre voci per meglio capire quanto accade, e vi promettiamo che le faremo risuonare nel dibattito pubblico italiano. Ma questo è anche il momento di creare un ponte con le cineaste americane che come noi pensano che nessun muro debba più essere costruito e che allo scontro si possa sostituire lo scambio. Ci sono già state manifestazioni per la pace in più di ottanta città americane e anche ai Golden Globes si è potuto ascoltare un grido di libertà. A chi ci vuole in conflitto risponderemo mostrandoci unite. Siete con noi?

Videomessaggio di pace e libertà per le cineaste iraniane

جنبش فرفره آبی پیام صلح براي فیلمسازان ایراني ھمكاران عزیز ایراني، خبرھایي كھ این روزھا مي رسند ما را بھ عنوان زنان سینماگر فرا مي خوانند. ما یك گروه تازه تشكیل شده بیش از ھفت ھزار زن سینماگر ھستیم كھ در صنعت فیلم سازي در ایتالیا كار مي كنیم. ما بھ عنوان دوستداران ھنر ھفتم، تاریخ روابط نویسنده گان و ھنرمندان كشورھا را مي شناسیم، ھنرمندھایي كھ با فرھنگ ھاي مختلف براي تولد آثارشان ھمكاري كرده اند و ھر دو فرھنگ را با ھنرشان غني ساختھ اند. ما نمي توانیم در مقابل این تنش ھا و عواقب ناشئ از آن در زندگي و كار شما بي تفاوت باشیم. ما خودمان را از اخبار ھاي یك طرفھ اي كھ در خبرھا پخش میشوند دور نگھ داشتھ و معتقدیم كھ صلح تنھا در عدم جنگ است و در جنگ ھیچ طرفي ھرگز پیروز نیست. إیمان داریم كھ از طریق فیلمھایتان ما را در جریانات كشورتان سھیم خواھید كرد. سینما فرفر ه ای آبی در دستان آنانی است کھ باور دارند ھنر می تواند تبلور عالی ترین شکل مقاومت باشد , و خواھد چرخید .ما نیز منتظریم تا صداھای شما , ما را نیز ازآن چھ در حال وقوع است , آگاه سازد و بھ شما قول می دھیم کھ صدای شما برای مخاطبان ایتالیایی باشیم. اکنون زمانی فرا رسیده است تا پل دوستی با فیلم سازان و دیگر ھنرمندان صنعت سینما, در ایالات متحده بسازیم کھ چون ما باور دارند کھ زمان ساختن دیوارھا بھ پایان رسیده است و بھ جای مقابلھ , می توان بھ گفتگو نشست. در ھشتاد شھر امریکا , تجمعاتی کھ خواستار صلح بوده اند برگزار شده است و در مراسم تقدیر جایزه گلدن گلب ھم, صدای آنانی کھ باور بھ منطق جنگ ندارند, شنیده شده است . می توانیم با در کنار ھم بودن, بھ آنانی کھ خواست رویارویی جنگ طلبانھ دارند , بفھمانیم کھ ما در کنار ھم ھستیم و ھر کدام با زبان ھنر, روایت خودمان را از بودمان, بیان می کنیم. بھ ما می پیوندید؟

“Dear Iranian colleagues, The news we receive these days do call us into question as professionals and as women. We are a recently formed group of over 7000 women working in the film industry in Italy. As lovers of the Seventh Art, we are aware of the history of close and fruitful relationships that the authors of our countries have established long time ago, deeply enriching both cultures and contributing with their works to create imaginaries. We can’t but being extremely worried by the intensified tensions in the Region and for the consequences of these, impacting on your daily life and work. We want to be equally distant from any polarised discussion which we can read on Italian media, as we believe that the only real victory should be not to fight any war. We know that through films you will keep us part of what’s going on in Iran, and that Cinema won’t stop being a pinwheel in the hand of those who believe that Art also means Resilience. We will keep being led by your voices, in order to better understand what is happening there, and we promise you that we will make them visible in our local public debate. But this is also the moment to create a bridge with American female filmmakers who, like us, believe that no more walls shall be built, and that we can foster fruitful exchanges rather than fight each other. There have already been demonstrations for peace in more than 80 American cities, and a cry of freedom has also been heard during the Golden Globes. To those who want us in conflict, we will respond by showing that we are together, acknowledging everyone’s path. Are you with us?

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