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Morsi rivendica l’operato dei suoi primi cento giorni di governo

di Marco Di Donato

Muhammad Morsi ed il suo staff difendono il proprio operato: nei primi cento giorni di governo sono stati raggiunti innumerevoli risultati fra i quali la lotta alla corruzione ed una chiara implementazione della sicurezza. Dalle colonne di al-Ahram il portavoce cairota del partito dei Fratelli Musulmani Ahmed Oqeil rivendica l’azione del presidente ricordando come i suoi delatori si concentrino solo su pochi elementi negativi ignorando gli enormi progressi effettuati. Fra quanti stanno in questi giorni sottolineando la mancata realizzazione delle promesse di Morsi, c’è certamente il sito internet Morsi Meter (http://www.morsimeter.com/home) il quale ha seguito passo per passo i primi cento giorni del presidente Morsi stilando un dettagliato resoconto della sua azione. Tralasciando tematiche di politica estera, lo staff del Morsi Meter ha valutato giorno per giorno quanto si stessero effettivamente realizzando sul campo le promesse di Morsi: dopo cento giorni il bilancio sembra essere deludente. Pochissimi risultati raggiunti: riduzione del costo della farina, rimozione dei blocchi stradali, pene più severe per i ladri di carburanti e poco più. Solo sette delle 64 promesse enumerate in campagna elettorale hanno trovato un effettivo riscontro pratico. Secondo Hassan Abu Taleb, dell’Ahram Strategic Center, dopo la vittoria di Morsi alle prsidenziali nel Paese si era creato un clima irrealistico laddove tutti credevano che un solo uomo avrebbe potuto risollevare in brevissimo tempo le sorti della nazione. Tuttavia figure come Hossam Bahgat (Egyptian Initiative for Personal Rights) e Aida Seif al-Dawla (Nadeem Centre for Rehabilitation of Victims of Violence) concordano sul fatto che nessun progresso sia stato effettuato ad esempio sul piano delle violenze da parte delle forze di sicurezza le quali continuano indisturbate. I medici organizzeranno a breve nuovi scioperi chiedendo l’aumento del salario e migliori condizioni di lavoro ed allo stesso tempo i tassisti lamentano indifferenza da parte del governo e chiedono maggiore attenzione per i propri diritti. Il dibattito interno alla politica egiziana dimostra che parte della popolazione (secondo i sondaggi una piccola percentuale) e parte dell’opinione pubblica non condivide l’operato di Morsi. Non basteranno cento giorni per cancellare decenni di dittatura, ma la possibilità di criticare, dialogare e mettere in discussione l’operato del presidente sembra già essere un primo importante passo in avanti rispetto al passato.