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Medio Oriente e Nord Africa: la conferenza di Berlino

El Watan dz (09/11/2012). L’instabilità politica che affligge i paesi tra Medio Oriente e Nord Africa, unita alle divisioni tra i paesi europei rischiano di frenare lo sviluppo delle energie rinnovabili nell’area mediterranea. Questo l’assunto di fondo della terza edizione della Conferenza di Berlino, che si è conclusa ieri. Si tratta, secondo gli esperti, di fattori che remano contro l’avvio di una politica energetica comune, ovvero contro il progetto Desertec. Il direttore dell’Iniziativa industriale Desertec (Dii) Paul Van Son manifesta particolare preoccupazione per la situazione in Libia, ma anche per la mancanza in Europa di una stessa visione dello sviluppo energetico. Sono almeno due i progetti in materia avviati nel vecchio continente: Desertec, sotto l’egida tedesca, e  Medgrid, a dirigenza francese. Nondimeno, aggiungono gli esperti, la cooperazione tra stati è fondamentale se l’Europa vuole soddisfare il proprio fabbisogno energetico. Per Pantelis Capros, professore di economia energetica e ricerca operativa all’università di Atene, la sfida di Dii è “trovare un modello di mercato che potrà sostenere le attività, gli obbiettivi e realizzarli”. La questione dunque è più economica che politica (intendendo per politica la “gestione della collettività”). Non a caso spicca l’assenza del ministro algerino dell’energia e delle risorse minerarie, sostituito dal direttore generale di Sonelgaz (compagnia nazionale del gas) Noureddine Boutarfa. Il problema sarà piuttosto riuscire a contrastare i discutibili progetti di estrazione di petrolio dalle sabbie (che hanno provocato una catastrofe ambientale in paesi come il Congo) e di gas da scisti argillosi. Per far ciò tuttavia bisogna saper dire no alle multinazionali, una scelta difficile per paesi la cui sopravvivenza dipende dall’esportazione di idrocarburi.