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Marocco: vietati riferimenti sessisti o estremisti nei testi scolastici

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Il Marocco ha le idee chiare: il male va curato alla radice. Per sanare una società che ha prodotto negli ultimi anni troppi elementi corrosivi, bisogna partire dall’istruzione.

Il ministero dell’Istruzione ha ordinato una grande operazione di pulizia per eliminare ogni espressione di discriminazione contro le donne e qualsiasi riferimento religioso che possa favorire la violenza e l’estremismo.

A partire da settembre, i manuali scolastici, dalle scuole primarie al liceo, dovranno essere conformi ai valori della Costituzione del 2011. Sparirà così qualsiasi rappresentazione sessista, razzista o estremista. Dalle bambine che aiutano la mamma a lavare i piatti ai papà davanti alla tv con i figli maschi mentre le donne cucinano, dalle bambine velate che danno da mangiare ai piccioni ai fqih nella scuola coranica con il bastone in mano: cliché sessisti che sono stati sempre presenti nei testi scolastici in Marocco apparterranno a breve al passato.

A lanciare l’allarme, lo stesso re Mohammed VI. In occasione di un Consiglio dei Ministri,  nel mese di febbraio, ha chiesto la revisione dei programmi di educazione religiosa che devono “concentrarsi sulla formazione dei valori di tolleranza dell’Islam, che sostiene equilibrio, moderazione, tolleranza e convivenza con diverse culture e civiltà. ” A seguito della volontà reale, il Ministero della Pubblica Istruzione ha deciso di generalizzare la riforma richiesta dal re nel campo dell’educazione religiosa a tutte le materie insegnate.

Non mancano certamente i dubbi sull’efficacia della decisione del re. L’Associazione degli Insegnanti di educazione islamica, composta da 20mila membri, ha inviato una lettera sferzante nel mese di giugno al ministero, per protestare contro i suoi piani di ribattezzare “educazione religiosa” il corso di educazione islamica.

“Questo cambiamento potrebbe portare a gravi conseguenze, perché gli studenti ci vedono come un’autorità musulmana. Ne riceviamo a centinaia in procinto di passare a l’estremismo, che si rivolgono a noi per un consiglio su Daesh, sul rapporto con l’Occidente o con le altre religioni … Come essere convincenti se perdiamo il nostro ruolo?”, chiede Abdallah Laâssiri, membro dell’associazione, come riporta Jeune Afrique in un articolo dello scorso 27 luglio.

Secondo Boubker Largou, Presidente dell’Organizzazione marocchina per i diritti umani (MOHR), “bisogna smettere di concepire l’educazione islamica come una materia separata. I diritti umani garantiscono tutte le libertà, compresa la libertà religiosa”.

Negli anni ’60, molti studenti marocchini hanno seguito un corso chiamato “educazione religiosa”, che ha insegnato loro le basi della religione e valori come il perdono, l’uguaglianza o il rispetto, valori sostenuti da tutte le religioni. È diventato “educazione islamica” nel 1990, con l’ascesa del wahhabismo e dell’Islam politico.

Lo Stato deve determinare nella sua riforma dell’istruzione se vuole un approccio universalista o religioso. Difficile rispondere in un paese governato da un monarca che è allo stesso tempo leader politico e religioso.

In Marocco, l’evoluzione sociale continuerà ad esistere nel confronto dei valori.

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Emanuela Barbieri

Emanuela Barbieri è specializzata in Comunicazione Digitale e Internazionale, SEO Specialist e Consulente di Marketing digitale.
Grazie alla lingua araba ha realizzato progetti ponte tra l'Italia e l'area MENA - Nord Africa e Medio Oriente -, affiancando alla laurea in Lingue e Comunicazione Internazionale una formazione in ambito digitale: siti web, SEO, digital advertising, web marketing.

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  • Ci voule introdorre i valore della cultura tamazight.l unica soluzione per garntire i diriti homani..economici,politici,culturali,liberta del culto al fianco delli mosqui,ci vuole chiese,sinagog…etc..amazigh e liberta inseparabil significano lostessa cosa.