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Marocco, Omar Radi: “Processo non per il tweet ma per intervento in programma radiofonico algerino”

Rinviato al 5 marzo il processo ad Omar Radi, giornalista e attivista marocchino, trattenuto in carcere per cinque giorni con l’accusa di “oltraggio alla corte” a seguito di un tweet pubblicato lo scorso aprile contro i giudici che processarono i leader del movimento del Rif.  Dopo il suo rilascio, le dichiarazioni di Radi confermano ciò che si ripresenta con forza sulla scena politica marocchina: la repressione del dissenso. 

Lakome2 (02/01/2020) Traduzione e sintesi di Francesca Paolini

Il giornalista Omar Radi, accusato di oltraggio alla corte e comparso il 2 gennaio scorso davanti al tribunale di primo grado di Casablanca, dopo il suo rilascio ha affermato che il futuro del suo processo dipenderà dalla solidarietà della stampa, della società civile e dei giuristi.

Radi, il cui processo è stato rinviato al 5 marzo 2020, non ha escluso che il suo arresto e il suo processo siano legati ad un’intervista rilasciata ad un programma radiofonico algerino in cui ha parlato della sua inchiesta sulla politica economica marocchina. *

Radi ha affermato che il suo processo non ha nulla a che fare con il post pubblicato su Tweeter più di nove mesi fa, sostenendo che il suo arresto rappresenta piuttosto un avvertimento per tutte le voci che come la sua danno fastidio al governo. Ha poi aggiunto: “Lavoro su argomenti che mettono in imbarazzo l’autorità, come ad esempio chi gestisce il potere economico attraverso il conflitto di interessi ed il sequestro delle terre delle tribù e della collettività.”

Ha ringraziato nuovamente tutti coloro che lo hanno supportato invitandoli a fronteggiare la campagna di persecuzioni ed arresti che si sta ripresentando con forza in Marocco.

Lo stesso ha condannato la prassi per cui i giornalisti vengono perseguiti penalmente piuttosto che ai sensi degli articoli del Codice della Stampa e delle Pubblicazioni, che si è rivelato solo una copertura.

È interessante notare che decine di giuristi si sono presentati davanti al tribunale per partecipare ad una manifestazione di solidarietà, organizzata dal Comitato della solidarietà per Omar Radi, in coincidenza con la sua comparizione davanti alla corte la quale ha rinviato la sua causa al 5 Marzo 2020.

I manifestanti hanno ripetuto slogan che condannavano l’omertà e le crescenti restrizioni alla libertà di opinione e di espressione in Marocco, richiedendo il rilascio di tutti i giornalisti e dei civili che si trovano dietro le sbarre e di tutti i prigionieri politici.

Lakome2 è un sito d’informazione marocchina di cui Omar Radi è cofondatore.

Vai all’originale

*per l’intervista di Omar Radi rilasciata a Radio M circa il fenomeno del land grabbing in Marocco vai al link: https://www.youtube.com/watch?v=fZtdufgg-2U

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