Goud (6/06/2013). Kacem al-Ghazali, giovane militante marocchino, ha denunciato al Consiglio sui diritti umani dell’ONU a Ginevra, le fatwe che autorizzano la morte degli atei in Marocco, così come la persecuzione degli iontellettuali e dei liberi pensatori. La critica dunque batte sul diritto primario dell’essere umano alla vita, e successivamente anche alla libertà dio coscienza. In questo senso, egli cita la fatwa emanata dal consiglio degli ‘ulama secondo cui tutti marocchini musulmani che rifiutano la loro religione meritano la pena di morte.
Altra accusa di al-Ghazali è rivolta poi alla pena di sei mesi per chi rompe il digiuno in pubblico. Nel suo discorso il giovane attivista ha denunciato anche le autorità marocchine che non hanno reagito o preso provvedimento alcuno nel caso dell’intellettuale Ahmed Assid, scomunicato e minacciato di morte dai salafiti.
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