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Marocco-Egitto: dichiarata la guerra mediatica?

Di Youssef Roudaby e Yassine Majdi. TelQuel (02/01/2015). Traduzione e sintesi di Cristina Gulfi.

La televisione nazionale marocchina ha preso posizione sul regime egiziano. La sera di giovedì 1 gennaio, i telegiornali dei canali Al-Aoula e 2M hanno dedicato un servizio alla situazione politica e sociale in Egitto dall’ascesa di El Sisi. L’analisi di Al-Aoula ha evidenziato “la situazione di caos e la mancanza di sicurezza dopo il colpo di stato militare”, soffermandosi sulle diverse fasi dell’investitura dell’attuale Presidente. La voce fuori campo ricorda che “è Morsi il presidente democraticamente eletto” e ripete per ben 8 volte l’espressione “colpo di Stato”. Il canale 2M, nell’edizione francese del suo telegiornale, si è concentrato invece sulla “repressione di El Sisi contro i suoi oppositori” e sullo “smarrimento in un deserto di incertezze” in cui versa il popolo egiziano a causa del suo leader.

Che sia il segnale di un cambiamento nei rapporti tra il Marocco e l’Egitto? È possibile, dal momento che i due servizi non avevano davvero a che fare con l’attualità del Paese, quanto con i recenti attacchi mediatici subiti dal Marocco.

Il 2014, infatti, è stato segnato da numerose offensive da parte di giornalisti egiziani. In particolare, verso la fine di dicembre, un presentatore ha criticato il fatto che la famiglia reale avesse mobilitato 5 aerei per recarsi in Turchia. A luglio, invece, hanno destato scandalo le dichiarazioni di una conduttrice riguardo ad un “patto” tra Mohammed VI e gli islamisti. Ancora, l’economia marocchina si baserebbe sulla prostituzione e l’AIDS si starebbe diffondendo sempre più.

Sebbene questi due interventi televisivi siano stati seguiti da delle scuse, gli attacchi non restano confinati ai media. Il segretario generale della fatwa presso l’Università Al-Azhar, la principale istituzione religiosa egiziana, ha definito haram il giorno dell’Eid El Kebir in Marocco e ha accusato il regno di “violare il consenso dei musulmani”.

Dal punto di vista diplomatico, i due Paesi non hanno mostrato alcun segno di tensione. A giungo il re si è congratulato con El Sisi per la sua elezione, mentre a settembre era anche prevista una visita del presidente egiziano in Marocco.

Nel frattempo, la stampa egiziana specula sulle ragioni di questo “accanimento mediatico” del Marocco contro il sistema egiziano. Diversi giornali e sostenitori di El Sisi lo imputano ad “una serie di manovre dei Fratelli Musulmani in Egitto e in Marocco per minare il regime”, senza però citare le fonti. Secondo il portale d’informazione egiziano Al-Yawm al-Sabi, nonostante questi attacchi “il Marocco approva il regime di El Sisi”, in quanto “il Re Mohammed VI è stato tra i primi a congratularsi al suo insediamento”.

Per il momento, l’unica voce ufficiale è quella dell’ambasciatore del Marocco in Egitto. “Dietro ai reportage di Al Aoula e 2M ci sono degli sconosciuti, il cui obiettivo è minare le relazioni marocco-egiziane”, ha dichiarato Mohammed Saad Alami ad Al-Yawm al-Sabi.

Youssef Roudaby e Yassine Majdi sono redattori presso il giornale marocchino TelQuel.

 

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