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Lo Yemen dopo i negoziati del Kuwait

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Di Nabel al-Bukiri. Al-Araby al-Jadeed (07/08/2016). Traduzione e sintesi di Marianna Barberio.

Sono apparse più chiare oggi le ragioni del fallimento dei negoziati del Kuwait alla ricerca della pace in Yemen e di cui si è molto parlato. È noto ormai che noi yemeniti ci troviamo dinanzi ad una “banda” storica priva di qualsiasi valore nazionale, umano o religioso. Un destino già annunciato sin dall’inizio, e non solo dal primo colpo di Stato, anzi da molto prima.

La novità ora, dopo il fallimento dei negoziati del Kuwait, e dopo le varie concessioni politiche agli Houthi (dalla legittimità dello Yemen e dell’alleanza araba, agli strumenti iraniani nel paese e nella regione) è stata la formazione di un Consiglio politico annunciato dai golpisti, oltre alla forte presenza dell’Iran da superarsi solo mediante una visione reale, in grado di eludere tutte le illusioni politiche e le contraddizioni che hanno ritardato, e che continuano a ritardare, la vittoria dello Yemen.

Tale ritardo, insieme all’assenza di una visione futura, influenza lo stato di confusione che regna presso la Coalizione araba e gli stessi yemeniti, i quali occupano una mera posizione di seguaci ma non di partner in una simile battaglia. A questo si aggiunge il timore per alcune fazioni della resistenza coinvolte nella ripresa dello Yemen e nel frenare il programma di espansione iraniano.

Ne è derivata una serie di concessioni agli Houthi, accolti al tavolo dei negoziati dove hanno tentato di assicurarsi un certo riconoscimento per raggiungere i propri obiettivi, tramutatisi poi in guerra.

Di conseguenza, abbiamo assistito al fallimento del vertice del Kuwait, in seguito al rifiuto da parte degli Houthi e di Saleh di firmare il progetto delle Nazioni Unite, mostrando allo stesso tempo il ripetersi di colloqui deludenti che non hanno presentato nulla di nuovo sul campo di battaglia.

È necessario che la Coalizione araba adotti una visione strategica e chiara che potrà affermarsi solo mediante rivalutazione della fase precedente alla guerra, analizzando i punti di fallimento o di riuscita sin dall’inizio, e che si riferisca allo Yemen dopo la sconfitta del colpo di Stato, nel mentre del timore di un vuoto politico e dell’assenza di alternative ai golpisti, alla base della situazione di disordine locale e regionale.

Ad esso si accompagna il timore per l’alleanza delle forze islamiche che rappresentano una forza principale in campo politico e militare in Yemen e che richiede da parte delle opposizioni di attuare politiche serie in grado di confrontarle.

In altre parole, risulta fondamentale avviare discussioni interne e convergere le diverse opinioni di tutte le parti della Coalizione araba e delle forze nazionali yemenite, al fine di evitare ripercussioni sul destino della battaglia in Yemen, una battaglia questa che deciderà non solo il destino del paese ma dell’intera regione, in particolare del Golfo.

Nabel al-Bukiri è un giornalista e ricercatore yemenita, capo redattore della rivista periodica Moqarabat.

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