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Lo scenario del colpo di stato egiziano

Di Elias Khoury. Al-Quds (18/06/2012). Traduzione di Cristina Gulfi.

Quello che sembra un colpo di stato da parte della Suprema Corte Costituzionale alla vigilia del ballottaggio per le elezioni presidenziali – lo scioglimento del Parlamento – è l’ennesimo capitolo di una sceneggiatura chiara fin dai primi giorni della rivoluzione.

Questo scenario si riflette nel tentativo iniziale da parte dell’esercito di contenere la rivoluzione con il governo di Shafiq e la nomina di Omar Suleiman a vice presidente. Ma l’insistenza dei giovani rivoluzionari da un lato e le contraddizioni interne al regime dall’altro ne hanno decretato il fallimento.

I militari hanno allora promosso il governo di Essam Sharaf e hanno continuato ad aggirare la rivoluzione grazie ad un’alleanza sottobanco con i Fratelli Musulmani. D’altra parte, il referendum costituzionale ha permesso al Consiglio Supremo delle Forze Armate di mantenere il potere legislativo.

Se un colpo di stato militare era prevedibile, la vera sorpresa sono stati i Fratelli Musulmani, i quali hanno creduto nella possibilità di condividere il potere con l’esercito, specie dopo l’elezione del parlamento. Ma si tratta di un’alleanza che ha ucciso lo spirito rivoluzionario del 25 gennaio.

Dopo il successo in parlamento, i Fratelli Musulmani aspiravano ad accaparrarsi tutto il potere ma hanno registrato un disastro dopo l’altro, dal governo di Ganzouri alla pressione eccessiva dei salafiti. Soprattutto non sono stati in grado di avviare un progetto politico che chiudesse con il regime precedente. La conseguente perdita di consenso li ha portati ad approvare la legge sull’isolamento dalla politica degli esponenti dell’ex regime. Infine, temendo il crollo del proprio candidato di riserva, Mohamed Morsi, hanno definitivamente chiuso i rapporti con la giunta militare.

Il golpe costituzionale attraverso lo scioglimento del parlamento ha la strada spianata tramite la vittoria di Shafiq e/o una serie di emendamenti che tolgono il potere alla presidenza. L’esercito sta agendo con una certa astuzia dal punto di vista istituzionale nella sua lotta contro i Fratelli Musulmani, mentre entrambe le parti stanno chiaramente approfittando dell’assenza dei veri fautori della rivoluzione. Ma la vera domanda è come e quando una nuova struttura politica riuscirà a superare questa fase di stallo e a voltare la pagina della regime militare.