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L’Istituto Nazionale Afghano di Musica: una realtà promettente

Salve a tutti,

sono veramente felice di portare alla vostra conoscenza una realtà che rappresenta la rivincita della vita sociale, culturale e musicale per un paese che, come l’Afghanistan, ha sofferto infinitamente per la censura che i Talebani hanno inflitto alla sue popolazione, soprattutto a quella di genere femminile. Insieme alla gente, è stata ferita e minata la sua identità culturale, e la musica con essa.

Cinzia - Istituto Nazionale Afghano di Musica Foto3Il dottor Ahmed Sarmast, fondatore e direttore dell’ANIM, ossia “Afghanistan National Institute of Music”, che è attualmente in viaggio ed è impossibilitato a rispondere alle mie domande, mi ha gentilmente messo in contatto con Allegra Boggess, che conosceremo nell’intervista che segue e che è stata preziosa per farci conoscere meglio una realtà promettente e preziosa come l’ANIM.

Ringrazio pubblicamente il Direttore Dottor Sarmast, quindi, e Allegra Boggess per la loro disponibilità e gentilezza.

L’intervista è stata condotta in inglese e come tale la pubblico. Farò comunque una utile premessa, in italiano, che aiuterà tutti a comprendere bene l’importanza dell’ANIM e delle sue attività.

Sappiamo tutti che nel 1990 i Talebani presero il potere in Afghanistan e che il loro regime estremista mise al bando, tra le varie cose, la musica, considerandola non conforme alla religione e, quindi, illegale. Venne operata una seria e feroce censura contro la musica e i musicisti, causando seri danni alla vita culturale, oltre che quotidiana, del popolo afghano.

Il dottor Sarmast, il primo afghano ad ottenere un dottorato in musica, realizzò con coraggio il suo sogno di riportare alla luce la musica del suo paese e di far rifiorire l’educazione musicale fra la popolazione. Lui credeva fortemente che la musica avesse un ruolo fondamentale nella ricostruzione sociale del paese, incidendo sulle giovani generazioni in nome di una crescita piena, globale, utile e necessaria per fondare una società civile più giusta ed armoniosa. Dopo anni di fatica, il Dottor Sarmast riuscì a fondare e inaugurare l’ANIM, nel 2010. Si tratta di una realtà che aspira ad avere un impatto sulla società sia a livello nazionale che internazionale. Solo per citare alcuni dei luoghi del mondo in cui l’orchestra giovanile dell’ANIM si è esibita, posso nominare l’Argentina, la Finlandia, Danimarca e Polonia, Corea del Sud, Stati Uniti, Uzbekistan. Mi sembra davvero un risultato formidabile.

Concludo questa premessa evidenziando il dato sull’utenza dell’ANIM, per quel che riguarda gli studenti: essi provengono da diverse fasce sociali e da varie province, rispecchiando di fatto l’eterogeneità di un paese come l’Afghanistan. Sui circa 175 alunni attuali, la metà vive in condizione economiche svantaggiate ed il 30 per cento è di genere femminile. È importantissimo, questo, se pensiamo a quanto le donne siano state represse dai Talebani ed escluse per lunghi anni dalla vita sociale e culturale del proprio Paese. Il premio Nobel per la pace, assegnato alla giovane Malala, ci ricorda proprio questo.

Cinzia - Istituto Nazionale Afghano di Musica Foto2Tutti gli studenti, qualunque sia la loro provenienza, status sociale e genere, collaborano amichevolmente nelle formazioni musicali, educati al confronto, al rispetto reciproco e, quindi, alla crescita insieme: l’unica che possa assicurare all’Afghanistan un futuro pacifico e dinamico.

Lieta, quindi, di poter dare voce e spazio ad una realtà positiva e promettente come quella dell’ANIM, ecco a voi l’intervista che Allegra Boggess, insegnante di pianoforte e oboe, proveniente dagli Stati Uniti, mi ha gentilmente concesso a nome del fondatore, Dottor Sarmast che, come già detto, è impegnato in un lungo viaggio.

Ecco, intanto, il sito dell’ANIM, mentre da questo link potete vedere molte bellissime foto.

C.: Dear Ms. Allegra Boggess, first of all I thank you for your kindness and for your answer. Some years ago I published some books about the Arab world and its musics, religion, cultures and traditions. Inside one of these books there was a part dedicated to Afghanistan, about problems with Talebans and their hate against music and women. I know that their repression caused a block in the transmission of your musical traditions; women suffered a lot also for these problems. I think the Afghanistan National Institute of Music is a beautiful reality in your country and I’m happy to see that girls can study music too.

Cinzia - Istituto Nazionale Afghano di Musica Foto1A.B.: Dear Cinzia, It will be a pleasure to work with you and I’m happy to provide more information about the Afghanistan National Institute of Music. While it is my understanding that Afghanistan is not part of the Arab world and is instead part of the Persian world, I’m sure there are many parallels.

C.: Ms. Allegra, can you present yourself?

A.B.: Sure. I am the piano and oboe teacher here at ANIM and have been here 3 years. I am originally from America and am one of four international teachers here.

C.: What kind of music do you study and practice in the Institute? Is it traditional or Western music? And what about the musical instruments students play, in the Institute?

A.B.: It is the vision of ANIM that music is an important and powerful cultural heritage to be preserved, protected, and shared. Therefore, we teach many types of music including Afghan traditional music, Indian classical music, and Western classical music. We also teach instruments from those three traditions including: rubab, ghichak, tanbur, tula, dhol, sitar, sarod, tabla, piano, clarinet, saxophone, oboe, bassoon, flute, violin, viola, cello, bass, guitar, trumpet, trombone, French horn and classical percussion.

C.: Talebans caused a lot of problems to people, in the past. The current situation is better, isn’t it? Can women live freely?

A.B.: The current situation is much better than previous years, although there are still improvements to be made. In regards to our school, it is important to note that in 2010 ANIM began with just one female student and currently we have over 50. This is a true testament to the improvements of the country. Many of our female students hope to become performers and music teachers in the future which will continue to positively impact the society.

C.: What is the role of ANIM in Afghan society?

A.B.: ANIM is the first and finest music institution leading intercultural dialog in the region. ANIM is committed to bringing music to the Afghan people through its many concerts and outreach programs. Many of our concerts present a wide range of music including Western classical, Indian classical, Afghan traditional, and a fusion of all. Through our concerts we are able to provide musical diversity to the community which is very important. Lastly, many of our concerts feature international guest artists and teachers side by side with Afghan students and faculty. This clearly shows the international language of music to the Afghan community and builds bridges between Afghanistan and the international community.

C.: Thank you so much, Allegra. Kind regards and blessings to Doctor Sarmast, to you, to
all ANIM.

E con la speranza che la musica sia in tutto e per tutto un ponte tra Afghanistan e le comunità internazionali, all’insegna della pace e del dialogo rispettoso fra tutti, vi saluto con alcuni video, da YouTube, per ascoltare dei brani suonati da questi meravigliosi ragazzi.

Nel video potete vedere e sentire la presentazione di ANIM fatta dal suo stesso fondatore, il Doctor Ahmed Sarmast.

Cari saluti a tutti!

Cinzia Merletti

 

About the author

Cinzia Merletti

Cinzia Merletti è musicista, didatta, saggista. Diplomata in pianoforte, laureata in DAMS, specializzata in Didattica e con un Master in Formazione musicale e dimensioni del contemporaneo. Ha scritto e pubblicato saggi sulla musica nella cultura arabo-islamica e mediterranea, anche con CD allegato, e sulla modalità. Saggi e articoli sono presenti anche su Musicheria.net. Ha all'attivo importanti collaborazioni con musicisti prestigiosi, Associazioni culturali e ONG, enti nazionali e comunali, Conservatorio di Santa Cecilia, per la realizzazione di eventi artistici, progetti formativi ed interculturali tuttora in corso.

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