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L’Iran avverte la sconfitta in Siria

Al-Sharq al-Awsat (22/07/2012). Dopo averla considerata a lungo come un “dono di Dio”, solo adesso l’Iran si rende conto che la “primavera araba” è stata una maledizione per il suo paese, cominciando a sentire un senso di sconfitta nei confronti della situazione in Siria, proprio come Hezbollah in Libano.

Il governo di Tehernan, che aveva salutato ed accolto la “primavera araba” come occasione per un grande revival dell’islam, solo ora capisce che si tratta di una cospirazione contro i principali regimi della regione che si sono stabiliti negli ultimi quarant’anni. Essendo rimasti fedeli al loro principale alleato in Medio Oriente, al-Assad, l’Iran avverte ora si essere vicino alla fine. L’Iran ha già perso la popolarità che si era guadagnata nel mondo arabo dopo aver rivelato tutta la sua falsità ed ipocrisia al momento di sostenere le rivoluzioni in Egitto, Tunisia ed il movimento sciita in Bahrein, ma non si è pronunciato sulla rivoluzione in Siria, rimanendo in silenzio mentre il popolo veniva ucciso dal dittatore al-Assad.

Lo stesso discorso vale per Nasrallah, che ha completamente perso la cognizione della situazione nel momento in cui ha lanciato un attacco contro tutti coloro che difendevano al-Assad ed ha descritto come “martiri” i terroristi che sono penetrati nella sede della Sicurezza Nazionale di Damasco con l’aiuto dell’Eserito Libero; tuttavia, Nasrallah ha anche attaccato la Fratellanza Musulmana in Egitto ed è andato addirittura oltre quando ha avvertito i palestinesi del fatto che la dipendenza dal sistema arabo significa la perdita della loro causa. Non sapevo che Nasrallah volesse che i palestinesi dipendessero, per esempio, dall’Iran, dato che lui stesso ha affermato che non è un paese arabo!

Tutti questi fatti sono manifestazioni dell’ipocrisia di Iran, Hezbollah e tutti coloro che sostengono di essere fautori di “opposizione” e “resistenza”. Quest’ipocrisia oggi è diventata molto chiara agli occhi dell’opinione pubblica araba, ormai in guardia nei confronti dell’influenza iraniana. Ora sorge una domanda sorprendetne: che ne sarà dell’Iran dopo la caduta del regime al-Assad? Certamente, la scena nella regione sarà completamente diversa: l’Iran rischia di essere tagliato fuori per la prima volta dopo 40 anni, il che si tradurrà in un brutto colpo per la politica estera del paese. Inoltre, le complicazioni non saranno solo a livello esterno, ma anche a quello interno, dal momento che la caduta del regime siriano significherebbe la caduta di uno dei pilastri del progetto della rivoluzione di Khomeini, ovvero il controllo sulla Siria.

Questo è ciò che l’Iran avverte oggi, alla vigilia della caduta del tiranno siriano, e la questione richiede l’attenzione del popolo arabo in ogni regione.

Articolo di Tariq al-Homayed

Traduzione di Roberta Papaleo