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L’impasse in Yemen

Yemen

Di Abdulrahman al-Rashed. Asharq al-Awsat (26/06/2015). Traduzione sintesi di Kaouther Rabhi.

Fin dall’inizio, non si aspettava un granché dalla conferenza di Ginevra sullo Yemen, organizzata sotto l’egida delle Nazioni Unite. La conferenza ha visto riunirsi soltanto le forze yemenite in conflitto, lasciando fuori i rappresentati di altri Paesi coinvolti nella crisi.

Per l’opposizione e particolarmente per gli Houthi e i sostenitori di Saleh, la conferenza rappresenta un passo prezioso verso  la  legittimazione e il riconoscimento internazionale; da parte sua, il governo legittimo si è visto costretto ad accontentarla.

Ginevra però non ha forti influenze su Sana’a: non riuscirà a fermare il crollo dello Stato yemenita e la sua disgregazione dovuta al moltiplicarsi delle forze in conflitto, al vuoto politico e all’assenza di un governo centrale.

Lo Yemen rischia la stessa sorte della Somalia quando nel 1991 la guerra civile alimentata da interessi esterni, ha messo in ginocchio il Paese. Oggi, della Somalia, nessuno se ne occupa e sono soli i cittadini somali a pagare i conti della guerra.

Lo Yemen avrà la stessa sorte della Somalia se le parti in conflitto non accettassero una soluzione politica che dia a tutte gli stessi diritti. Si tratta della stessa soluzione su cui, tre anni fa, si sono messi d’accordo l’Europa, i Paesi del Golfo e gli yemeniti stessi, prima che gli Houthi, sostenuti dall’Iran, effettuassero il loro colpo di Stato. Il conflitto adesso si fa tra le forze separatiste a nord e a sud del Paese, i combattenti di al-Qaeda che cerca di espandersi, e le tre forze principali : gli Houthi, i sostenitori di Saleh e il governo legittimo.

Se ci si continua a combattere, il caos porterà lo Yemen verso una guerra dimenticata, proprio come in Somalia. L’appello è quindi a tutti gli yemeniti, governo e opposizione, a salvare il loro Paese e porre fine ad una crisi che continua da più di un anno e mezzo.

Abdulrahman al-Rashed è ex caporedattore del quotidiano Asharq al-Awsat e ex direttore generale di Al-Arabiya.

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