Tripoli, 26 ago. (TMNews) – I ribelli libici hanno confermato di aver trasferito il loro comitato esecutivo, che ha funzioni di governo, da Bengasi a Tripoli, come annunciato a sorpresa ieri dal premier Mahmud Jibril durante la conferenza stampa con Silvio Berlusconi. “Annuncio l’avvio e la ripresa del lavoro del comitato esecutivo a Tripoli”, ha detto in una conferenza stampa il vicepresidente del comitato, Ali Tahuni.
Tahuni ha quindi precisato che il leader del Consiglio nazionale di transizione, Mustapha Abdel Jalil, si trasferirà nella capitale libica non appena le condizioni di sicurezza lo permetteranno.
Intanto Muammar Gheddafi ha lanciato un nuovo appello alla lotta armata per sconfiggere “il nemico”, in un messaggio audio trasmesso dalla rete televisiva Al-Uruba. “Uscite dalle vostre case, liberate Tripoli, uccidete i ratti strada per strada, casa per casa”. Ma il topo in trappola potrebbe essere lui: da diverse ore, i ribelli circondano un complesso residenziale, non lontano dal bunker di Bab al-Aziziya, dove Gheddafi sarebbe asserragliato, forse con uno o più dei suoi figli figli.
Ma nessuno sa con esattezza dove si trovi il Colonnello. Ed è difficile correre dietro a ogni voce che si diffonde: una delle più insistenti è che sia invece a Sirte, sua città natale, a circa 400 chilometri dalla capitale. E in serata si è diffusa la notizia che aerei della Nato starebbero bombardando proprio Sirte. Di certo, la voce di Gheddafi non è sembrata incerta né rassegnata, mentre ricordava che “la Libia è dei libici: non è degli imperialisti, della Francia, di Sarkozy, dell’Italia. Tripoli è vostra, non di quelli che si affidano alla Nato”.
Ma il copione è noto: anche Saddam Hussein dopo la caduta di baghdad continuò a diffondere messaggi audio, e ci vollero otto mesi prima di ritrovarlo.
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