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Libano: la settimana si apre con la prospettiva di due sessioni parlamentari sterili

Libano

L’Orient le Jour (05/09/2016). Traduzione e sintesi di Claudia Negrini.

Lo stallo politico in Libano non accenna a migliorare. Dopo una sessione di dialogo nazionale e in prossimità della 44ª seduta parlamentare, infatti, l’elezione di un capo di Stato sembra ancora molto lontana.

I libanesi non si fanno più troppe illusioni sulle possibilità di uno sblocco della crisi istituzionale e politica in cui il paese riversa da diversi anni, anche se alcuni rappresentanti – in particolare l’ex presidente Michel Sleiman – restano, nonostante tutto, fiduciosi riguardo alle prospettive per il Libano di poter godere, a breve, di un’era di stabilità duratura.

Nell’immediato futuro, la settimana si apre con due sessioni divenute “abituali” e che, salvo miracoli dell’ultimo momento, promettono di essere sterili come le precedenti. Una nuova sessione di dialogo nazionale è prevista oggi a Ain el-Tine, ma niente indica (almeno in apparenza) che  possa portare a un qualsiasi risultato palpabile. Volendo credere a fonti d’informazione, sarà segnata principalmente dalla posizione del Movimento Patriottico Libero, che potrebbe approfittare dell’occasione per mettere sul piatto il suo leitmotiv attuale: il solido attaccamento ai principi del patto, in particolare a proposito della parità islamo-cristiana e della partecipazione effettiva (non solo a parole) delle due componenti, cristiana e musulmana, nella gestione della res publica.

Segnale significativo: questa posizione di principio si è intravista tra le righe del discorso energico pronunciato sabato dal leader delle Forze Libanesi (FL), Samir Geagea, durante la messa celebrata a Meerab in memoria dei martiri della resistenza libanese. Geagea ha difeso l’idea di un presidente “fortemente” qualificato, sottolineando che coloro che temono una tale opzione dovrebbero essere rassicurati dalle garanzie previste dalla Costituzione. Il leader delle FL ha inoltre sottolineato implicitamente che l’era dell’indebolimento o della marginalizzazione della componente cristiana a livello del potere – conseguenza della protezione siriana – dovrebbe essere definitivamente superata.

Una seconda sessione costituzionale è prevista per questa settimana: la 44ª riunione parlamentare, mercoledì, in vista delle elezioni presidenziali. Una sessione che sarà, senza alcun dubbio, altrettanto sterile quanto le 43 precedenti. La fazione maggiormente responsabile di questo stallo presidenziale, Hezbollah, continua a mostrare, in questo contesto, la sua leggendaria malafede affermando, senza scrupoli, che sono il Movimento il Futuro e l’Arabia Saudita ad ostacolare l’elezione di un capo di stato. Il partito pro-iraniano, ciononostante, non spiega, a tal proposito, per quale oscura ragione si astiene dal compiere il più minimo sforzo per far eleggere il suo candidato, Michel Aoun. Ma dopo tutto, in questo contesto, il Libano non è un paradosso.

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