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Libano: perché no?

Mappa del Libano
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Mappa del Libano

Di Husam Itani. Dar al-Hayat (09/08/2013). Traduzione e sintesi di Angela Ilaria Antoniello.

Oggi in Libano molti tipi di reato coesistono, alcuni di questi sono causati dalla crescente povertà e dalle tensioni sociali che l’accompagnano, mentre altri sono frutto di una mera violenza politica. Questi crimini,  messi insieme, ci forniscono un’immagine allarmante del Paese.

Tra i crimini che si vedono più spesso al giorno d’oggi ci sono quelli che possono essere descritti come “crimini, perché no?”. Infatti, se gli organi di sicurezza sono viziati al punto in cui un giornalista viene arrestato e insultato su un blog “sospetto”, mentre convogli di uomini armati si muovono in tutto il paese portando anarchia e corruzione, “perché non” rapire questo o quel cittadino, in cambio di un riscatto.

Perché non sparare utilizzando mitragliatrici pesanti tra le case al ritorno dei morti che hanno partecipato alle battaglie in Siria? E perché non rendere la scoperta dei cadaveri crivellati di pallottole un evento quotidiano che non vale la pena di menzionare nei media? Per non parlare delle esplosioni, degli omicidi e delle silenziose guerre di sicurezza in corso in Libano tra forze conosciute e sconosciute. Tutto ciò avviene in un momento in cui gli apparati statali sembrano sfuggire al controllo della legge, aderendo apertamente e senza riluttanza al sistema di lealtà settario-politica ed ai suoi meccanismi di egemonia.

La comparsa di centinaia di uomini armati, i quali in pieno giorno partecipano alle battaglie di clan e famiglie (onorevoli?) è poi un segnale chiaro della dissoluzione e della disintegrazione dello Stato. Inoltre i sequestri reciproci a sfondo settario o regionale stanno acuendo le divisioni e facendo aumentare il rischio di conflitti settari che potrebbero sfociare in una guerra civile.

Ovviamente, annunciare la formazione di un nuovo governo è inutile visto che la crisi libanese ha raggiunto il cuore del sistema. Sebbene contatti e accordi possano facilitare il compito del primo ministro Tammam Salam nella formazione di un esecutivo, il prossimo governo non sarà in grado di operare al di fuori degli attuali equilibri di potere. La difficile situazione all’interno e fuori dal Libano non permetterà a nessun Gabinetto di essere produttivo a livello dei servizi, diventati ormai un’arena di scontro tra i poteri politici.

Proprio come commercianti da quattro soldi, i politici libanesi preferiscono trattare con piccoli pezzi e con la politica giornaliera, invece di provare a sigillare accordi importanti che potrebbero garantire un certo grado di stabilità a lunga durata. Hanno due scuse per questo, la prima è l’aver ereditato un sistema marcio impossibile da riformare, la seconda è l’inesistenza di una qualsiasi opposizione seria pronta solo ad offrire tutto ciò che ha di vicino e caro pur di difendere l’onore della setta.

 

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