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Libano: nuova vita per i campi al confine con Israele

libano, campiDaily Star Lb (16/05/2013). Abdullah Fadel è stato uno dei primi ad investire nelle terre che, ai tempi dell’occupazione dell’esercito israeliano, erano lasciate spoglie, in netto contrasto coi rigogliosi terreni nel lato israeliano del confine. “Quando abbiamo iniziato a lavorare queste terre, c’erano alcuni campi di lenticchie ma gran parte del terreno era pieno di mine, ordigni inesplosi e bombe che mettevano a rischio la vita degli agricoltori,” dice oggi Fadel, spiegando che in seguito l’esercito libanese ha bonificato l’area. Anche se l’aggressione di Israele nel 2006 aveva distrutto tutte le coltivazioni, per Fadel osservare i campi al di là del confine è stato di grande insegnamento. Ha iniziato infatti a piantare le stesse colture di Israele perché il ricco suolo vulcanico è il medesimo in entrambe le zone.

“Ci siamo resi conti che pesche, albicocche, uva, mele e melograni si adattano perfettamente al nostro clima e al suolo,” ricorda Fadel, “perciò abbiamo importato molti di questi frutti soprattutto dall’Italia”. Mentre raccoglie le prime albicocche della stagione, Fadel aggiunge trionfante: “Abbiamo battuto gli agricoltori israeliani quest’anno: mentre i loro frutti sono ancora acerbi, i nostri stanno per finire sugli scaffali”. Da un altro coltivatore, Pierre Saghbini, giunge un plauso ai progressi nella regione: “In meno di cinque anni è diventata quasi una foresta!”. Saghbini spera quindi che il settore ortofrutticolo stimolerà l’economia che è sempre più stagnante: “Ci auguriamo di poter esportare i nostri prodotti all’estero perché i nostri beni sono in linea con gli standard del Golfo e dell’Europa”.

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