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L’era di Daesh si è conclusa?

Boko Haram Daesh
Nonostante la sua grande forza attrattiva nei confronti di molti giovani del mondo arabo-islamico, ma anche in Occidente, sembra che Daesh stia perdendo terreno dal punto di vista militare e politico

Di Mohammad Abu Rumman. Al-Ghad (3/11/2016). Traduzione e sintesi di Veronica D’Agostino.

Con l’entrata delle forze irachene nei quartieri est di Mosul e la preparazione alla guerra di Raqqa in Siria, Daesh (ISIS) sta perdendo colpi, facendo sfumare l’idea di un’era caratterizzata proprio dall’organizzazione di uno Stato e di un’autorità al potere.

La questione più importante, oltre all’aspetto militare, è se la terrificante influenza ideologica dell’organizzazione finirà. Il fenomeno dei lupi solitari scomparirà o diminuirà molto solo dopo la disintegrazione del sistema politico di Daesh?

Esistono due variabili principali che determinano il futuro dell’attuale organizzazione in Sira e in Iraq. La prima riguarda le condizioni politiche, soprattutto quelle della comunità sunnita, il peso della mancanza di un modello favorevole, del suo fallimento o di quello dei suoi sostenitori e il suo rapporto con l’ambiente sociale circostante. La seconda, invece, è legata a ciò che ha distinto Daesh da tutti i movimenti precedenti come Al-Qaeda.

L’organizzazione del sedicente Stato Islamico, infatti, ha rappresentato un vero e proprio boom nel mondo salafita-jihadista, annunciando la creazione di uno Stato e di un califfato, utilizzando simboli islamici di grande efficacia e coinvolgendo migliaia di giovani jihadisti in tutto dal mondo arabo-islamico fino in Occidente. L’organizzazione è riuscita a creare un’immagine di sé barbara, selvaggia, ma allo stesso tempo potente, in contrapposizione alla vulnerabilità e alla debolezza strategica del mondo arabo, presentandosi come il difensore dell’identità sunnita e parlando una lingua settaria, chiara ed esplicita.

Sebbene si tratti di una questione molto complessa che richiederebbe un’analisi più approfondita, ci sono generalmente due possibili chiavi di lettura a riguardo. La prima è che “l’utopia” islamica di Daesh non si è conclusa e che tutti questi ragazzi non rinunceranno alla sua ideologia e alle loro ambizioni soltanto per la fine di un’organizzazione militare. La seconda, al contrario, è che l’esperienza fallimentare nel costruire uno Stato islamico si rifletterà negativamente sui tanti giovani che avevano riposto le loro speranze nello “Stato promesso”, sicuri della sua vittoria e pronti a sostenere attivamente “il nuovo progetto”.

Tuttavia, una volta che il polverone delle battaglie svanirà, i giovani scopriranno che il progetto era tutt’altro che concreto: la sua forza attrattiva finirà ed essi si rifugeranno in movimenti come Al-Qaeda o forse altri totalmente fuori dal contesto jihadista.

Mohammad Abu Rumman è uno scrittore giordano.

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