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L’Egitto e il vertice economico: domande legittime

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L’opinione di Al-Quds. Al-Quds Al-Arabi (13/03/2015). Traduzione e sintesi di Mariacarmela Minniti.

Egitto conferenzaCircolano domande legittime in merito alle possibilità di ripresa dell’economia egiziana che non si possono ignorare se il governo vuole seriamente sfruttare i risultati del vertice economico di Sharm el-Sheikh.

Il mese scorso, il Fondo Monetario Internazionale ha affermato che le riforme strutturali e monetarie hanno iniziato a realizzare un miglioramento nell’economia egiziana, tuttavia ha aggiunto che sono necessarie ulteriori misure per tenere sotto controllo le finanze pubbliche e abbassare il tasso di disoccupazione. Il Fondo indica che il proseguire delle elevate spese del governo, dei tassi di corruzione e dell’assenza di accountability non permette al cittadino egiziano di sentire gli effetti di qualsiasi riforma economica o addirittura degli aiuti finanziari. Il governo punta a far arrivare il deficit pubblico al 10% del PIL entro l’anno finanziario 2018-19 dal 15% dell’anno scorso, mentre il tasso di disoccupazione, oggi al 13% , rappresenta un’altra grande sfida.

Se pensiamo che tre quarti del bilancio egiziano sono ripartiti quasi equamente in tre settori (il pagamento degli stipendi agli impiegati del governo, dell’esercito e della polizia; il debito pubblico; il finanziamento del sostegno pubblico per le merci principali e il carburante), allora possiamo capire la profonda tragedia vissuta da quasi 90 milioni di egiziani che si trovano costretti a spartirsi solo un quarto del bilancio in servizi sanitari, d’istruzione o progetti di sviluppo.

Si pongono dunque domande naturali, ma sostanziali: il governo può assorbire grossi progetti di sviluppo con le infrastrutture in sfacelo, il degrado delle condizioni di sicurezza e una grave carenza dell’energia necessaria a eseguire quei progetti? C’è la manodopera qualificata da impiegare in quei progetti, in assenza di programmi pubblici di formazione? Oltre alle promesse ci sono leggi o misure precise per lottare contro la corruzione? Il regime possiede una vera visione economica che non cambi con i governi e che abbia il coraggio di prendere decisioni dolorose ma necessarie a razionalizzare il sostegno che giunge soprattutto a coloro che non lo meritano?

Chi conosce veramente l’Egitto capirà la difficoltà di rispondere a questi interrogativi, soprattutto alla luce di uno stato di enigmaticità politica che ha portato a un ritardo ingiustificato dell’elezione del parlamento. Invece, la partecipazione del Qatar al vertice con una delegazione governativa e molti uomini di affari ha lanciato un messaggio importantissimo: ha chiarito che gli scontri politici, per quanto profondi, non hanno cambiato la posizione del Qatar di sostegno al popolo egiziano.

Il vertice di Sharm el-Sheikh apre al regime una finestra senza dubbio importante per ottenere investimenti. Tuttavia l’investimento più importante deve farlo il governo stesso, mediante l’attuazione di una visione riformistica politico-economica reale e di ampio respiro che garantisca la stabilità che è un pilastro imprescindibile di qualsiasi rinascita economica.

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