News Siria Zoom

Le voci siriane dopo l’uccisione di Wissam Sara da parte del regime

Syria Untold (06/02/2014). Traduzione e sintesi di Claudia Avolio.

L’uccisione di Wissam Sara, figlio dell’autorevole figura dell’opposizione siriana Fayez Sara, è avvenuta a due mesi dalla sua detenzione, sotto tortura nel braccio di sicurezza militare del regime di Assad. “Wissam si aggiunge alla lunga lista di martiri siriani,” ha scritto il padre Fayez sul suo profilo Facebook poco più di una settimana fa. Al suo annuncio hanno fatto eco le voci dei siriani dell’opposizione. Ecco una breve lista dei loro commenti.

Riad Darar, membro del Comitato di Coordinamento Nazionale (CCN):

“Caro Fayez, la tua fermezza è di vitale importanza per la nostra causa, e la vita di Wissam sarà un ulteriore faro per la rivoluzione”.

Haytham Manna, capo del CCN in esilio:

“Non c’è dolore più grande che perdere un altro giovane figlio in questa lotta per la democrazia e contro la tirannia. Il prezzo per la libertà è alto, ma le dolorose lacrime resteranno nei nostri occhi e nei cuori. Non abbandoneremo mai il nostro diritto a resistere contro la morte, la violenza e l’oppressione. Dato che la nostra lotta è per la vita e la dignità, ogni morte è come perdere un pezzo d’anima. Ormai, ogni famiglia siriana ha perso una candela. Auguro a te, ed alla nostra grande famiglia siriana, pace e forza d’animo”.

Rima Fleihan, membro della Coalizione Nazionale Siriana:

“Provo a sottrarmi agli occhi del caro Wissam. I suoi occhi chiedono al mondo: Non è forse tempo che queste uccisioni abbiano fine? Non è forse tempo di fermare questa oppressione? Non è forse ora che queste prigioni vengano chiuse e che questo tiranno se ne vada?”

Walid al-Bunni, attivista:

“Barili lanciati sui quartieri abitati, detenuti uccisi sotto tortura, e Wissam è solo l’ultimo di questi eroi. Com’è possibile per chi uccide in un tale bagno di sangue in Siria, essere partner di pace a Ginevra? C’è umiliazione più grande di dover chiedere a un assassino di smettere di uccidere prima di entrare nel vivo dei negoziati sul nostro e sul loro futuro? Questa deve diventare una voce assordante gridata in faccia a chi ci strattona fino al tavolo dei negoziati. Non negoziate prima che si smetta di uccidere, prima che quei detenuti siano liberati e prima che chi è posto sotto assedio trovi un’uscita”.

Assem al-Basha, scultore:

“Non conosco Fayez Sara di persona, ma so che vuol dire perdere qualcuno. Ricorderemo suo figlio Wissam e tutti coloro i cui nomi non sono stati diffusi – chiunque sia morto per noi”.

Iyad Sharbaji, intellettuale e giornalista:

“Nella lunga amicizia con Fayez Sara, non aveva mai fatto cenno alla partecipazione di suo figlio Wissam alle proteste o che la sua famiglia stesse pagando un così alto prezzo. Credo la ritenesse una cosa naturale. Lo dico a quelli che lo hanno spesso preso in giro per il suo insistere sulla non-violenza, per vedersi poi “ripagato” dall’uccisione sotto tortura di suo figlio da parte del regime”.

Samih Shuqair, musicista:

“Per chi ancora non ci crede, scandisco bene queste parole: gli attivisti non-violenti sono ciò che il regime considera i suoi veri nemici. Sono quelli a cui sta alle costole, torturandoli ed uccidendoli a migliaia. Wissam non è l’ultimo, e mentre scrivo si starà perpetrando una serie di altri omicidi. Per chi ancora supporta questo regime posso solo provare pietà, perché alla fine capiranno cos’è accaduto, ma solo a cose fatte, e il loro dolore allora non riporterà alla vita le migliaia di meravigliosi siriani morti”.

Khodr al-Agha, artista:

“Quando la famiglia della vittima è costretta a firmare un documento in cui si dichiara che il loro figlio è stato ucciso da “gruppi terroristici”, e il mondo resta in silenzio, questo è un motivo valido per rinnegare questo mondo. Mondo, ora è una questione personale tra me e te”.

Vai all’originale