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L’Autorità Palestinese sta affrontando una crisi finanziaria senza precedenti

Gli esperti ritengono che la crisi finanziaria che l’Autorità sta affrontando oggi differisca notevolmente dalle crisi precedenti, sia nella struttura che nelle dimensioni, poiché si presenta in un momento in cui la crisi finanziaria è il risultato della crisi economica lasciata dalla pandemia

di Redazione al-Quds al-Arabi, (15/06/2020). Traduzione e sintesi di Chiara Russo.

Ramallah: Circa 133.000 dipendenti dell’Autorità Palestinese stanno aspettando gli stipendi di maggio, ma la speranza di riceverli è svanita con l’arrivo della terza settimana senza aver ricevuto alcuna indicazione sulla presenza o meno di entrate sufficienti per incassarne anche solo una parte.

E domenica, in una conferenza stampa, il portavoce del governo Ibrahim Milhim ha dichiarato che non c’è ancora una data per il pagamento degli stipendi dei dipendenti, dato che il Ministero delle Finanze non è stato in grado di erogarli.

Le entrate dell’Autorità Palestinese hanno registrato un forte calo a maggio, a seguito della decisione palestinese di interrompere la ricezione delle entrate fiscali raccolte da Israele e anche dal forte calo delle imposte locali a causa della pandemia.

I dati del Ministero delle Finanze mostrano che a maggio la riscossione delle imposte locali è scesa a circa 40 milioni di dollari, in calo di oltre il 60% rispetto alla sua media mensile (circa 110 milioni di dollari) a causa della pandemia.

Con la perdita totale delle entrate derivanti dalla compensazione con Israele, con una media di circa 200 milioni di dollari al mese, le entrate di maggio dell’Autorità Palestinese diminuiranno del 90% rispetto a gennaio e febbraio 2020.

L’Autorità Palestinese ha sospeso il coordinamento da quando, il 19 maggio, il Presidente Mahmoud Abbas ha annunciato che l’Autorità era in procinto di sciogliere gli accordi con Israele, in risposta ai piani israeliani di annettere parti della Cisgiordania, la cui attuazione dovrebbe prendere avvio agli inizi di luglio.

Le entrate fiscali riguardano le tasse che i palestinesi pagano per le loro importazioni dall’estero attraverso i porti controllati da Israele e che il governo israeliano riscuote per conto dell’Autorità Palestinese e trasferisce al suo tesoro alla fine di ogni mese, dopo aver dedotto una commissione del 3%; la compensazione costituisce oltre il 60% del totale delle entrate pubbliche palestinesi.

Questa non è la prima crisi vissuta dall’Autorità Palestinese a causa dello stallo delle entrate fiscali, considerato che Israele le ha trattenute più di dieci volte dall’istituzione dell’Autorità Palestinese nel 1994 e i palestinesi sostengono per questo che si tratta di un ricatto da parte di Israele per questioni politiche.

Gli esperti ritengono che la crisi finanziaria che l’Autorità sta affrontando oggi differisca notevolmente dalle crisi precedenti, sia nella struttura che nelle dimensioni, poiché si presenta in un momento in cui la crisi finanziaria è il risultato della crisi economica lasciata dalla pandemia.

Nelle crisi precedenti, il governo palestinese ha fatto ricorso a prestiti dalle banche locali per riuscire a pagare parte dei suoi obblighi – in particolare gli stipendi dei dipendenti, che costituiscono il principale motore dell’economia, o almeno parti di esso – ma questa volta sembra che la sua capacità di indebitarsi stia per esaurirsi.

Il direttore di una delle banche straniere che operano nei territori palestinesi afferma che questa crisi è arrivata a seguito della drastica diminuzione delle entrate dovuta al coronavirus e dopo la crisi finanziaria che l’Autorità ha dovuto affrontare lo scorso anno.

Il direttore della banca – preferendo non rendere pubblico il suo nome per motivi legati alla politica della banca – spiega che il Ministero delle Finanze palestinese ha superato il limite massimo di indebitamento con le banche e ha aggiunto: “Dato che essa (l’Autorità) non è stata in grado di ottenere un prestito di 400 milioni di dollari, richiesto per superare le conseguenze della pandemia di Covid-19, ha potuto riceverne solo 30 milioni”.

Alla fine di maggio, il debito dell’Autorità palestinese nei confronti delle banche locali ammontava a 1,627 miliardi di dollari, oltre a 1,1 miliardi di dollari di debito estero, la metà dei quali per un fondo gestito dalla Banca islamica per lo sviluppo.

(Anadolu)

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