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L’arabo in Israele: che errore diminuire le lezioni!

Di Yaron Friedman. Ynet News (29/01/2014). Traduzione e sintesi di Claudia Avolio.

In copertina: opera di Khalid Shahin, “Arabic Calligraphy – Abstract Art”

Siamo di fronte ad un triste fenomeno unico nel suo genere, un fallimento annunciato: in un Paese in cui 1,6 milioni di abitanti (cioè il 20% della popolazione) sono arabi – inserito in un contesto geografico composto da oltre 250 milioni di arabi – le lezioni di lingua araba non sono obbligatorie.

In una situazione normale, l’arabo sarebbe stato previsto come classe obbligatoria fino al 12° grado (come avviene per l’inglese). Ma l’arabo resta invece una lingua legata a sensibili questioni politiche. Quando la maggioranza degli studenti israeliani prenderà la maturità senza conoscere la lingua più parlata nella regione, quale soluzione ci potrà essere? Se si tratta di lingua araba, le azioni da intraprendere devono essere ponderate con attenzione, creatività e saggezza.

Lenire lo studio dell’arabo implica scalfire le importantissime opportunità di dialogo tra le popolazioni arabe ed ebraiche di Israele. La scelta non può essere a discrezione degli studenti: verrebbe loro forse mai detto di scegliere se continuare lo studio dell’ebraico e dell’inglese? Non dimentichiamo che anche l’arabo è una lingua ufficiale in Israele. La lingua araba come materia ha un disperato bisogno di essere incoraggiata, non tagliata fuori. A mio avviso ridurne le ore d’insegnamento non andrà solo a scapito dell’intelligence israeliana e di un dialogo col mondo arabo.

Causerà infatti anche una tendenza a cancellare il retaggio degli ebrei orientali, che fino a poco tempo fa parlavano arabo e avevano dimestichezza con la cultura e la poesia araba: Israele ha fallito nel dare rigoglio al loro retaggio. Senza contare quanto grande sia stato il contributo di questi ebrei rispetto a offrire una conoscenza migliore del mondo arabo. Non sa forse il ministro dell’Istruzione israeliano che i più grandi rabbini del Medioevo, Maimonide incluso, parlavano e scrivevano in arabo e riconoscevano l’importanza di questa lingua a livello regionale? Certo che lo sa.

Gli studenti che assorbono l’arabo a scuola si rendono conto di quanto ricca sia la cultura di questa lingua ed imparano a rispettarne i parlanti nativi. Ci sono atteggiamenti contrastanti, per i quali l’arabo è la “lingua del nemico” e la sua conoscenza è considerata esattamente come il possedere un’arma, oppure è il ponte che porta alla pace. Le lezioni dovrebbero prevedere letteratura araba, poesia, proverbi e cultura, e alla fine dell’anno gli studenti dovrebbero essere in grado di tenere una piccola conversazione nel dialetto locale dell’arabo studiato. Le competenze in arabo parlato potrebbero essere irrobustite da incontri tra ebrei ed arabi per rinsaldare anche i rapporti tra le due parti.

In un Medio Oriente in cui ogni giorno è incerto, conoscere la lingua araba è la condizione base perché Israele comunichi coi suoi vicini. Le rivolte arabe hanno rimescolato le carte ed oggi Israele potrebbe negoziare coi Paesi arabi. Gli studenti di arabo di oggi sono i diplomatici di domani: è in loro che dobbiamo investire!

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