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L’arabo in Cina, l’amore per la letteratura araba e lezioni in oltre 35 università

Al-Riyadh (27/01/2014). Traduzione di Claudia Avolio.

In copertina: opera di Haji Noor Deen, maestro cinese dell’arte calligrafica araba

Shui Shan Ku, rettore  della facoltà di Lingua Araba presso l’università degli Studi Esteri di Pechino, descrive questa lingua come assai profonda e ricca. Negli ultimi anni l’interesse per l’arabo si è diffuso in molte parti della Cina e in università come quella citata professori e studenti cinesi parlano correntemente arabo e ne provano reale interesse.

L’elogio del rettore Shui Shan Ku è andato soprattutto al gusto del pubblico cinese per la letteratura araba: “I lettori cinesi nutrono un forte amore per le opere letterarie arabe. Le Mille e Una Notte appassionano ogni cinese e poi le opere di Khalil Gibran che in parte vengono studiate anche nelle nostre scuole. Questo significa,” ha continuato il rettore, “che ogni studente nella sua istruzione secondaria in Cina impara a conoscere questo autore accanto a Naguib Mahfouz, di cui sono stati tradotti in cinese più di dodici romanzi”.

Shui Shan Ku ha poi descritto l’edificio della Casa Araba di Pechino, riferendosi alla delegazione araba della stampa in visita all’università con queste parole: “Siate i benvenuti a nome di noi operatori nel campo della lingua araba, orgogliosi di studiare questa lingua che amiamo quanto il suo popolo”. Il rettore ha spiegato che lo studio della lingua araba è offerto tra 50 diverse lingue nella sua università. Tuttavia ci ha tenuto a precisare che negli ultimi 10 anni c’è stata una richiesta sempre maggiore e che da 7 università cinesi che ne offrivano lezioni si è arrivati oggi a superare 35 università.

Da considerare poi il numero di musulmani in Cina che imparano l’arabo in altri istituti, come scuole di ogni livello (dalle elementari in poi) e moschee, perlopiù concentrate nella Cina nordoccidentale. Spiegando le ragioni che spingono a scegliere l’arabo così spesso, il rettore ha citato anzitutto motivi professionali per gli stretti rapporti tra Cina e Paesi arabi in tutti i campi, soprattutto il commercio. Ha inoltre citato il nome di un quotidiano, Sawt al-‘arab, pubblicato da una comunità araba di 7.000 persone in una delle città cinesi, ricordando luoghi in cui vivono anche 20.000 persone di nazionalità araba.

Anche il numero di cinesi che vivono nei Paesi arabi – soprattutto Dubai – è elevato: più di 3.000, infatti, vivono nell’emirato citato. I motivi dei loro trasferimenti sono a volte proprio le occasioni per gli studenti cinesi di lingua araba, che trovano lavoro in ambasciate, centri culturali, accademie militari e nei media. Il rettore ha concluso affermando che l’interesse e la voglia di studiare l’arabo non è legato solo alle opportunità lavorative che esso offre, ma anche all’amore per l’avventurarsi in nuove esperienze e al sentimento di chi crede in quanto musulmano e vuole imparare la lingua del suo credo.

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