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L’Arab Film Festival di Londra mette in evidenza l’amore, la vita e il lignaggio

Di Nabila Pathan. Al-Arabiya ( 16/12/2014). Traduzione e sintesi di Ismahan Hassen.

Durata un intero anno, la lunga esplorazione del British Film Institute (BFI) dal titolo “Discover Arab Cinema”, sta per concludersi. Differenziatosi fortemente per la sua durata annuale da qualunque altro film festival occidentale, è stato però soprattutto l’obiettivo di voler ampliare la portata di pubblico del cinema arabo a non aver avuto precedenti.

Nel corso dello scorso anno, il festival ha messo in scena per la prima volta una vasta gamma di film arabi per tutti gli spettatori del BFI Southbank. Helen de Witt, Responsabile del Cinema presso il BFI, ha spiegato che “il programma è stato costruito in modo tematico e geografico perché fossero rappresentati film dal Marocco all’Iraq, film sperimentali dalla Palestina; documentari dalla Siria e perfino un raro programma di cortometraggi dall’Arabia Saudita”.

“Discover Arab Cinema”, programmato da Mona Deeley, in collaborazione con la Zenith Foundation, è stato lanciato nel Regno Unito con l’anteprima del film d’avanguardia di Ahmad Abdallah dal titolo “Rags and Tatters”, lo scorso dicembre. Questo dicembre invece, il festival vanta una serie di adattamenti cinematografici dalla letteratura epica popolare, come il film “The Doors of the Sun” di Yoursy Nasrallah e come “The Yacoubian Buiding” di Marwan Hamed.

“Noi siamo orgogliosi di dire che nel corso dell’anno abbiamo accolto come ospiti molti registi, abbiamo supportato eventi educativi, dibattiti e tutta una serie di proiezioni. L’impegni del BFI Southbank dedicato al cinema arabo non si concluderà assolutamente con la fine del festival, noi continueremo a sviluppare una serie di progetti, i cui dettagli saranno resi noti il prossimo anno”, ha spiegato De Witt.

In questo mese che rappresenta la chiusura dei 12 già trascorsi, la selezione dei film mira a mettere in luce il condizionamento che avviene tra letteratura, teatro e film. “The Doors of the Sun” è un classico film egiziano, basato sul romanzo dell’autore libanese Elias Khoury, famoso a livello internazionale. Il film riesce a trasportare il pubblico in un viaggio epico che ricopre circa 50 anni di storia palestinese attraverso la vita di un uomo che sta per morire, Younes. La struttura complessa del film, invita lo spettatore a riflettere sulla natura della memoria e della mitologia. Altro film che è stato presentato in questo mese, ha messo in evidenza come il teatro sia stato considerato come una fonte d’ispirazione dal mondo cinematografico. Il film “Incendies”, basato sulla rappresentazione teatrale di Wajdi Mouawad risalente al 2003, è una storia potente ed emozionante sul come i traumi della guerra possano trascendere generazioni e localizzazioni geografiche. Altri titoli da includere sono poi “The Yacoubian Building” e “Games of Love and Chance”, il cui successo è però strettamente legato dalla rappresentazione del romanzo all’interno del film.

Il crescente desiderio di effettuare un cross-over del cinema arabo nel Regno Unito, tuttavia deriva dall’ambizione di voler esplorare il concetto di identità e dalla volontà di implementarne la comprensione attraverso le diverse prospettive che hanno a che fare con il Medio Oriente e il Nord Africa.

La determinazione nel voler costruire ponti culturali attraverso la cinematografia araba, non è forse mai stata più forte. I film spesso forgiano lo spirito del nostro tempo. Quando le scene provenienti dal mondo arabo trasmettono terrore, conflitto, sofferenza umana e odio come parte della notizia, il grande schermo ha un ruolo importante nel estendere la rappresentazione oltre del ristretto campo visivo del ciclo di notizie.

Nabila Pathan, fondatrice e direttrice della sede di Londra del Full Picture Club, scrive per Al-Arabiya e si occupa di arti e cultura concentrandosi sulla diaspora delle comunità musulmane.

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