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La Tunisia rilancia l’Unione per il Maghreb Arabo

di Stefano Maria Torelli

Dalla formazione del nuovo governo di transizione in poi, la Tunisia sembra aver avuto le idee abbastanza chiare su come agire in politica estera. Nonostante rimangano forti i legami con il mondo occidentale e con i Paesi europei della sponda Nord del Mediterraneo in particolare, la Tunisia di oggi vuole anche rinvigorire le relazioni del cosiddetto asse Sud-Sud e quelle regionali con gli attori arabi del Maghreb. Nei programmi elettorali di al-Nahda, del resto, era specificato che il recupero delle relazioni privilegiate con i Paesi del Nord Africa sarebbe stata una delle priorità della nuova strategia estera di Tunisi.

 

In linea con questi assunti, il vice-Ministro tunisino per gli Affari Esteri, Abdallah Triki, ha annunciato che la Tunisia rivedrà il sistema di visti e di permesso di residenza sul proprio territorio per tutti i cittadini del Maghreb. Questi ultimi avranno la possibilità di restare in Tunisia senza limiti di tempo, grazie al possesso della sola carta d’identità. Non solo: avranno la possibilità di ottenere un lavoro senza permesso preventivo e anche il diritto di voto nelle consultazioni elettorali a livello locale. I Paesi interessati da questo disegno di legge sono Algeria, Libia, Mauritania e Marocco.

 

L’iniziativa rientra nel più ampio quadro dell’organizzazione regionale dell’Unione del Maghreb Arabo (UMA), istituito nel 1989 ma mai entrato davvero in una fase operativa dal punto di vista dell’unione economica e sociale. Alla base dei ritardi nell’implementazione di progetti e politiche comuni vi è storicamente stato il dissidio tra Marocco e Algeria per la questione del Sahara Occidentale. A tal proposito, la Tunisia del dopo Ben ‘Alo ambisce anche a divenire un mediatore delle controversie regionali e il Presidente Munsif al-Marzuqi ha annunciato di voler ospitare un summit dell’UMA per rilanciarne le attività, da tenere a Tunisi il prossimo mese di ottobre.