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La testimonianza di un medico siriano ad Aleppo

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Di Abdel, medico siriano. The New York Times (11/03/2015). Traduzione e sintesi di Claudia Avolio.

Siria unicefSono un chirurgo che lavora ad Aleppo. Ho visto innumerevoli attacchi ed il prezzo che essi continuano a richiedere ai miei pazienti, alla mia città, al mio Paese, ridotto in rovine. Il terrore quotidiano dei barili-bomba è la nostra minaccia più seria. Stiamo vivendo un uragano di barili-bomba sganciati dal regime. Lanciati da alta quota su zone densamente popolate, sono un’arma grezza, spietata ed indiscriminata. Una tattica del regime è di lanciarne diversi in sequenza per uccidere i siriani che sono giunti a soccorrere le vittime del primo attacco.

L’organizzazione Physicians for Human Rights ha documentato oltre 233 attacchi su strutture mediche ed oltre 600 professionisti sanitari uccisi (stimando che il 97 percento di essi è morto in attacchi condotti dal regime). Human Rights Watch (HRW) ha documentato che oltre 1000 barili-bomba si sono schiantati in zone di Aleppo da quando il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha approvato la Risoluzione 2139 che chiedeva di porre fine al loro utilizzo sulle aree abitate. Tuttavia, gli elicotteri arrivano ancora. Il chop-chop-chop delle loro lame causa panico ovunque. Ed i barili-bomba continuano a piovere giù, sulle nostre case, le nostre scuole ed i nostri ospedali, a volte anche 50 in un giorno.

Perché rimango? Perché sarebbe strano non farlo: questa è la mia città. La gente viene uccisa ogni giorno, è il mio dovere. Il governo è di recente avanzato verso le aree controllate dall’opposizione intorno ad Aleppo, facendo spuntare lo spettro di un assedio che avrebbe conseguenze devastanti. Il nostro accesso a quella poca assistenza umanitaria e medica che riesce ad entrare verrebbe tagliato. Un nuovo assalto del governo sulla città metterebbe molte persone sul mio tavolo operatorio, impedendoci al contempo di ricevere l’attrezzatura medica di cui abbiamo bisogno per salvarne le vite. Io sono un dottore, non un uomo dell’esercito. Non sta a me dire come la comunità internazionale dovrebbe proteggere i civili. So solo che i bombardamenti devono essere fermati a tutti i costi.

Che il massacro deve finire, che i civili hanno bisogno di una zona protetta in cui andare per sentirsi al sicuro nel proprio quotidiano. Il regime siriano dovrebbe essere ritenuto responsabile per i crimini di guerra che compie ogni giorno usando barili-bomba per uccidere civili e prendere di mira ospedali e scuole. Gli Stati Uniti e la comunità internazionale devono guardare oltre il solo affrontare Daesh (ISIS), o il semplice fornire assistenza umanitaria. Mentre lavoriamo per una risoluzione politica del conflitto, i civili hanno bisogno di essere protetti adesso – e ciò richiede una seria leadership americana.

Abdel è un medico siriano, il cui nome completo non è stato diffuso per proteggere la sua incolumità.

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