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La strada verso la stabilità della Libia

libia bandiera libica

Di Shamlan Youssef al-Issa. Ash-Sharq al-Awsat (04/06/2018). Traduzione e sintesi di Cristina Tardolini

I vari schieramenti libici si sono accordati sulle elezioni parlamentari che si terranno il prossimo 10 dicembre. Questo passo è arrivato dopo lo sforzo da parte delle Nazioni Unite per ripristinare la stabilità in Libia, tormentata dalla sicurezza e dal caos politico da quando il colonnello Muammar Gheddafi è stato ucciso.

L’ONU ed il presidente francese hanno intenzione di ospitare un incontro a Parigi che riunisca tutti i partiti e le personalità politiche libiche: Fayez al-Sarraj, Primo Ministro del Governo di Accordo Nazionale sostenuto dalle Nazioni Unite, con sede a Tripoli; il comandante dell’Esercito Nazionale, il feldmaresciallo Khalifa Belqasim Haftar, che controlla la regione orientale del paese e parte delle regioni occidentali e meridionali; Aguila Saleh, presidente della Camera dei Rappresentanti, con sede nella città di Tobruk; ed infine Khaled al-Mashri, presidente del Supremo Consiglio di Stato, il più alto organo consultivo della Libia. Va notato che i gruppi estremisti islamici non sono stati invitati alla conferenza. Come è possibile tenere elezioni parlamentari e presidenziali a dicembre se non esiste ancora un accordo su un governo unificato, un’entità politica e militare efficace all’interno del territorio libico e il pieno controllo di tutto il paese? Alcuni dei politici presenti alla conferenza di Parigi erano presenti anche alla conferenza di Skhirat in Marocco, ma i termini dell’accordo sono rimasti solo su carta e nessuno di questi è stato implementato, consentendo ulteriore caos e instabilità.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Antonio Guterich ha ragione quando sottolinea la necessità di costruire forze militari adeguate, invitando tutte le parti ad attuare il regime di sicurezza temporanea previsto dall’accordo di Skhirat. Il presidente francese Macron è realista quando nel suo discorso a Parigi afferma che la situazione in Libia necessita la riconciliazione tra le parti in conflitto, lasciando la decisione al popolo sovrano. La continuazione delle differenze politiche tra le diverse correnti ostacolerà la costruzione dello stato civile. L’appello per le elezioni di dicembre non significa democrazia: la democrazia, così come la intendiamo noi, significa partecipazione responsabile al processo decisionale, alla costruzione istituzionale dello stato, all’impegno per lo Stato di diritto e alla sua capacità di rendere conto e valutare le prestazioni del governo.

Non siamo ottimisti riguardo al futuro della Libia, perché la pratica democratica nel mondo arabo non esiste, e in alcuni paesi arabi ci sono solo democrazie distorte e incomplete. Come può la democrazia avere successo in Libia senza la presenza di leader nazionali sinceri che pensano agli interessi del loro popolo e della loro patria prima dei loro?

Tutto ciò che vogliamo è la stabilità della Libia e la cessazione di guerre assurde tra i leader politici fino a quando non verrà raggiunta la sicurezza, e costruire delle istituzioni invista delle elezioni.

Shamlan Youssef al-Issa è uno scrittore kuwaitiano.

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