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La rivoluzione contro i cinepanettoni egiziani

Articolo di Luca Pavone

E’ arrivata la grande festa, l’Eid al-Adha, importante ricorrenza  islamica che celebra l’obbedienza di Abramo davanti alla richiesta di sacrificare a Dio il figlio Ismaele. Per gli egiziani non è solo un’occasione per ricongiungersi ad Allah ma anche gioia, svago e divertimento. Puntualmente in concomitanza con le vacanze dell’ Eid le case cinematografiche sfornano film su film sperando di sfondare i botteghini, proprio come succede in Italia durante le feste di natale.

Su facebook è esplosa un’improvvisa rivolta giovanile contro queste pellicole demenziali che a detta di molti mortificano i valori e l’orgoglio del paese: criminali di strada, violenze, storie di sexy danzatrici contese da più uomini solitamente sposati, doppi sensi ed un linguaggio spesso ai limiti della volgarità. Immaginate un “Natale in India”o un “Natale sul Nilo” versione egiziana! Numerose campagne di boicottaggio sono state lanciate da giovani stufi di veder esaltato ciò che di più negativo c’è  nella società di un Egitto già  in difficoltà e che mai come ora non riesce a trovare la sua strada.

Secondo il Comitato Nazionale per i Diritti della Donna queste pellicole inciterebbero senza scrupoli  alle molestie sessuali, ridicolizzando e riducendo le donne a semplici oggetti del desiderio.

In concomitanza con il boicottaggio dei cinema, molti giovani volontari hanno organizzato campagne di mobilitazione con ronde nei principali luoghi pubblici, nel tentativo di permettere alle ragazze di godersi la festa senza il tormento e l’incubo dei molestatori (sempre  presenti ma senza freni nelle festività quando le strade sono più affollate). Numerose operazioni di sensibilizzazione sono state lanciate anche sui social network, insomma qualcosa si muove.

Forse non tutti sanno che la gran parte della popolazione egiziana è costitutita da giovanissimi. Sono stati loro la miccia della rivoluzione (poi dirottata da militari e Fratelli Musulmani) e una fetta pian piano sempre crescente di ragazzi non accetta più di tornare indietro ed è determinata a guardare al futuro nella speranza di vivere in una società migliore. La chiave per un nuovo Egitto sta solo ed unicamente nelle loro mani, e questi piccoli passi danno speranza, in un paese culla della civiltà ma che allo stesso tempo è secondo solo all’Afghanistan nel triste primato delle molestie alle donne nei luoghi pubblici.