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La porta delle lacrime: rifugiati yemeniti fuggono a Gibuti

(Naharnet). Le navi da guerra o da cargo che attraversano il golfo che separa il Corno d’Africa dallo Yemen sono diventate una via di salvezza per migliaia di profughi yemeniti che fuggono dagli orrori della guerra.

Ogni giorno arrivano sulle coste di Gibuti, dopo aver attraversato lo stretto di Bab al-Mandeb (la porta delle lacrime in arabo). Gibuti è una piccola nazione di 800mila abitanti. Per gli yemeniti in fuga dai bombardamenti rappresenta un paradiso.

“Nessuno vuole aiutarci. Né l’Arabia Saudita, né l’Egitto, né la Giordania” ha dichiarato Nasser Saleh che mostra i segni dei proiettili che ricoprono il suo corpo.

Le Nazioni Unite prevedono che oltre 15mila profughi arriveranno nei prossimi mesi a Gibuti, dove il governo ha dichiarato che provvederà a sostenerli per quanto è nelle sue possibilità. “I nostri confini rimangono aperti, come lo sono sempre stati” ha dichiarato all’AFP il presidente Ismail Omar Guelleh, che dal 1999 è a guida dell’ex colonia francese.

All’ospedale di Al-Rahma però la situazione appaiono in tutta la loro drammaticità e i medici ammettono la loro impotenza davanti all’enorme numeri di feriti che in questi giorni entrano nella struttura.