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La persistenza del sessismo nel mercato del lavoro in Giordania

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Di Laila Azzeh. Al-Bawaba (15/09/2015). Traduzione e sintesi di Omar Bonetti.

Ancora oggi il mercato del lavoro discrimina le donne attraverso una legislazione o delle condizioni che, solitamente, forzano il personale di genere femminile ad abbandonare il proprio impiego prima di quando normalmente si farebbe.

Secondo uno studio condotto sulle donne giordane ritiratesi dal mercato del lavoro tra il 2008 e il 2013, circa il 50% di esse ha un’età compresa tra i 25 e i 34 anni. Di queste, il 78% è sposata e soltanto un terzo è sposata da meno di due anni.

Oltre a questi dati, l’indagine ha rivelato altri aspetti che sono ancora più preoccupati. Per esempio, il 44% delle donne ha smesso di lavorare a causa di un salario troppo basso, mentre il 34% ha lasciato il proprio impiego per motivi famigliari. Infine il 54% delle intervistate ha affermato di aver affidato i propri figli alle cure dei famigliari durante l’orario lavorativo.

Questo studio è stato presentato ufficialmente dal HPC, l’Alto Consiglio Demografico, e dal Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione (UNFPA). Durante la cerimonia, la principessa Basma, ambasciatrice per l’UNFPA, ha sottolineato l’esigenza di risolvere i problemi che affliggono le donne nel mercato del lavoro.

Sempre durante quest’occasione, altri partecipanti hanno fatto appello all’art. 72 del Codice del Lavoro, che obbliga le aziende ad inserire nel proprio organico almeno venti dipendenti di sesso femminile e con un totale di dieci figli a carico di età inferiore ai quattro anni da poter lasciare presso asili convenzionati.

Da parte sua, il ministro del Lavoro, Nidal Katamine, ha espresso tutto il suo allarmismo nei confronti dei risultati dello studio, presentando i progetti implementati dal ministero per aumentare l’impiego delle donne, tra cui la creazione di sessanta nuovi impianti manifatturieri situati in più di quindici località lontane dai grandi centri abitati, che hanno dato lavoro a circa 3.400 donne.

Per concludere, il Segretario Generale dell’HPC ha sostenuto che, mentre la media mondiale di donne impiegate è salita al 50%, in Giordania questo dato è rimasto fermo al 13% negli ultimi dieci anni: “È vero che la Giordania ha fatto passi da gigante per eliminare le differenze di genere. Tuttavia, può essere fatto di più per aumentare la partecipazione femminile nel mercato del lavoro, poiché la Giordania non è a corto di donne di talento e capaci in tutti i settori”.

Laila Azzeh è una giornalista giordana, scrive per The Jordan Times.

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